Qualche settimana fa ho letto un articolo sulla grossa difficoltà che hanno le nuove generazioni in tutto quello che è inerente le attività motorie: coordinazione, gestione dello spazio, capacità di movimento. Purtroppo è lo stesso problema che viene riscontrato in sala anche dal Maestro Khawam e dalla sua assistente Gaelle Albani Rocchetti, che spesso si trovano a lavorare con bambini alla loro prima esperienza non solo di attività sportiva ma anche proprio di attività motoria.
Tale fenomeno oggi viene chiamato “analfabetismo motorio” e ci fa da cartina tornasole su come stiano crescendo i nostri bambini: incapaci di fare capovolte, goffi nell’utilizzo di attrezzi o strumenti come una semplice palla, impacciati nel saltare una corda, facilmente stancabili e arrendevoli.
La nostra generazione è cresciuta con tempi e spazi diversi, i bambini avevano almeno un paio d’ore di tempo libero ogni giorno per poter saltare, correre, arrampicarsi, giocare liberamente e le strade, i portici sotto casa, il parchetto dell’oratorio erano tutti spazi accessibili e fruibili. Era un momento totalmente destrutturato in cui si aveva la possibilità di sperimentare attraverso il corpo e il movimento, la conoscenza del mondo, dello spazio, degli oggetti dell’ambiente come un albero o un sasso da tirare in un laghetto. Non si andava ad un corso per imparare a muoversi, a saltare, non era necessario insegnare una capovolta perché in qualche gioco tutti avrebbero avuto l’opportunità di provare a farla.
Oggi la maggior parte dei ragazzi frequenta il tempo pieno a scuola e gli spazi urbani non sono più agibili come lo erano una volta. Spesso l’unico momento di movimento è lo sport a cui ci si dedica settimanalmente, ma che è molto diverso dal giocare liberamente in un parco insieme ad un gruppo di amici, senza escludere il fatto che spesso l’attività sportiva da praticare è scelta dai genitori con tutte le conseguenze del caso. Anche a scuola le ore dedicate all’attività fisica non consentono ai bambini di sperimentare attraverso il corpo in maniera più destrutturata.
Il Wushu Kung Fu è un’attività completa, che allena il corpo in maniera simmetrica ed armoniosa, lavora sul potenziamento muscolare, sulla respirazione, sull’allungamento, oltre che sulla coordinazione, l’equilibrio, la fluidità dei movimenti e il miglioramento della postura. È costituito inoltre da una parte di acrobatica, molto simile alla ginnastica artistica, in cui si imparano, capovolte, ruote, ribaltate e diversi tipi di salti.
La Scuola Arti Marziali Khawam è una scuola federale, affiliata all’unica federazione ufficiale riconosciuta dal Coni, la F.I.WU.K. (Federazioni Italiana Wushu Kung fu). È inoltre associata al validissimo ente di promozione sportiva, l’A.I.C.S. (Associazione Italiana Cultura e Sport) che da anni ormai lavora per promuovere la pratica sportiva, anche come strumento di socializzazione e divulgazione di valori e sani principi.
Nei corsi per bambini e ragazzi della Scuola Khawam tutto questo viene approcciato in maniera ludica e divertente, stimolando i bambini alla scoperta del corpo attraverso il movimento. Prima delle lezioni vengono sempre lasciati momenti di gioco libero in cui, in un ambiente protetto e con la supervisione di un adulto, gli allievi più piccoli hanno la possibilità di correre, saltare, rincorrersi, proprio per dar loro l’opportunità di sperimentare un tipo di movimento e di attività motoria che purtroppo non sono più così abituati a fare.
Il Wushu Kung Fu aiuta i ragazzi a prendere consapevolezza del proprio corpo e delle proprie potenzialità, li aiuta a gestire la fatica, la frustrazione di non riuscire subito in qualcosa. Inoltre insegna loro la pazienza, la perseveranza e la capacità di porsi obiettivi concreti e misurabili. Un lavoro su corpo e mente quindi, che darà loro la possibilità di gestire anche il quotidiano con un atteggiamento diverso, più consapevole, più forte, più preparato ad affrontare le difficoltà e le piccole frustrazioni di tutti i giorni.
commenta