“L’impossibile arriverà e l’inimmaginabile è inevitabile”. Così il filosofo spagnolo Paul B. Preciado, studioso della teoria queer, descrive gli esiti di un cambiamento, necessario e profondo, che si pensa sia appunto impossibile ed inimmaginabile.
Un cambiamento necessario, una fuoriuscita da ogni categoria portata in scena da Silvia Calderoni, protagonista della performance MDLSX, che apre la sesta edizione del festival Orlando, venerdì 3 maggio, alle 20.30 all’Auditorium di Piazza della Libertà (prenotazione obbligatoria, scrivendo a prenotazioni@orlandofestival.
Silvia Calderoni, vincitrice del Premio Ubu 2009 come Miglior Attrice Under 30, porta in scena un ordigno sonoro, inno lisergico e solitario alla libertà di divenire, al gender b(l)ending, all’essere altro dai confini del corpo, dal colore della pelle, dalla nazionalità imposta, dalla territorialità forzata, dall’appartenenza a una Patria.
Una fuoriuscita da tutte le categorie, attraverso una Performance-Mostro, uno “scandaloso viaggio teatrale” di Silvia Calderoni, che, in un esperimento dall’apparente formato del Dj/Vj Set, continua il proprio percorso con la compagnia Motus di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, registi della performance. Motus che ha la propria cifra stilistica in spettacoli di grande impatto emotivo e fisico, con i quali prevede e racconta alcune tra le più aspre contraddizioni del nostro presente. All’interno di questo solco è proprio la performance MDLSX, scritta da Daniela Nicolò con la stessa Silvia Calderoni, concepita come progetto di ricerca sul tema del confine/conflitto, nel quale, in questo caso, viene rivendicato il diritto alla non appartenenza, alla libertà di transitare da un genere all’altro, senza barriere, abbattendo ogni tipo di pregiudizio.
Ispirato al romanzo “Middlesex” dello scrittore statunitense Jeffrey Eugenides (Premio Pulitzer 2003), in MDLSX collidono brandelli autobiografici ed evocazioni letterarie, all’interno di una commistione e confusione tra fiction e vita reale, in cui il background prende linfa dall’universo caleidoscopico dei Manifesti Queer e di teorie sul genere, da “A cyborg Manifesto” di Donna Haraway al “Manifesto Contra-sexual” dello stesso Preciado, da Judith Butler a Pier Paolo Pasolini. Testi, ma anche luci, suoni e immagini, in un lavoro di ricerca e di studio dei materiali da parte di Motus e Silvia Calderoni, che portano in scena movimenti e pensieri che sono essi stessi significato, senza l’obbligo di un referente. Uno spettacolo di “nervi e cuore”, come teorizzato da Artaud nel suo Teatro della Crudeltà, alla ricerca di un linguaggio universale, tra gesto e pensiero, teso verso il coinvolgimento dello spettatore. Una performance che, attraverso il corpo androgino di Silvia Calderoni, porta ad una riflessione verso la questione del genere e dell’altro da sé.
Dopo la serata di inaugurazione di venerdì 3 maggio, Orlando continua poi sabato 4 e domenica 5 con il laboratorio “Free Unicorns in Bergamo” di Chiara Bersani (dalle 14 alle 18 in Gamec) e la performance “Sacre.Umane.Resistenti.” di Silvia Briozzo, sabato 4 maggio alle 20.30 al Teatro Tascabile di Bergamo.
commenta