• Abbonati
La giuria online

“Scribo ergo sum 2019”, si parte: vota il tuo racconto preferito

È possibile votare un solo articolo e, scorrendo le pagine, è possibile leggere tutti i racconti così da poterli votare nella schermata principale

CUORE DI GHIACCIO

Lei era diversa, non era come gli altri.
Lei non provava emozioni, non provava niente.
Lei, il viso dolce, le labbra rosse come il sangue e lo sguardo freddo come il marmo.
Lei, la ragazza con il cuore di ghiaccio.

A lei la scuola non piaceva. Non fraintendete: amava studiare, era curiosa di tutto quello che il mondo aveva da offrirle e insegnarle. Il problema erano loro. Gli altri.
Lei non pensava come loro. Spesso si sentiva diversa, fraintesa, esclusa. Aveva paura di esprimere ciò che era veramente. La sua natura più pura andava protetta. Aveva paura che il suo cuore venisse frantumato da qualcosa che non poteva controllare. E così, stava bene attenta a salvaguardare la parte più vera di sé. Doveva proteggerla dagli altri.

Sembrava un giorno come un altro della mia solita, noiosa routine quotidiana. Quella mattina però, nella mia classe sarebbe arrivata una ragazza nuova. Ero molto felice per questo, mi avrebbe fatto molto piacere fare nuove amicizie. Dopo colazione mi preparai per uscire. Arrivata a scuola, incontrai i miei inseparabili amici, Rebecca e Matteo.
-Ciao ragazzi! – li salutai sorridendo.
-Ciao Ali. Pronta per l’interrogazione di matematica? – chiese Rebecca.
-Beh insomma – risposi. – Abbastanza, diciamo… sapete che la matematica non è esattamente la mia materia preferita.
-Andiamo, sei una delle migliori della classe in praticamente tutto!
-Se lo dici tu… piuttosto, sapete qualcosa a proposito della ragazza nuova? – chiesi con tono interessato.
-Mi pare di averla vista camminare verso la nostra classe. Sembra una persona tranquilla – spiegò Matteo.
-Non vedo l’ora di conoscerla… forza, entriamo in classe”
Entrammo in classe e vidi la ragazza nuova seduta nel posto vicino al mio banco. Aveva un’espressione pensierosa, magari si sentiva a disagio in mezzo a così tante persone che non conosceva. Mentre mi stavo sedendo accanto a lei, entrò il professore di italiano. Chiamò la ragazza nuova e la presentò brevemente. Scoprii così che si chiamava Giada, aveva 17 anni e si era appena trasferita in questa zona. Il prof la lasciò sedere accanto a me, affidandomi il compito di farla ambientare. Ero più che felice di questo, ebbi così modo di conoscere meglio Giada. Sembrava una persona molto timida, ma speravo poter fare amicizia con lei.

Giada non si sentiva a proprio agio. Aveva paura di trovarsi male anche qui. Si era dovuta trasferire in un’altra città a causa dei compagni della vecchia scuola. Sembravano averla presa di mira, e lei si sentiva sempre tanto sola e triste. Quando la situazione divenne insostenibile, i suoi genitori decisero di cambiare scuola e città per cercare di farla stare meglio. Ma ormai aveva imparato la lezione. Era decisa a non fidarsi mai più di nessuno. Aveva paura che gli venisse fatto ancora del male.

Nonostante io fossi così socievole, non sapevo mai cosa fare per avvicinare le persone. Però volevo davvero conoscere questa ragazza, quindi mi feci coraggio.
– Ciao Giada. Mi chiamo Alice. Come stai? – le chiesi.
– Ciao. Non c’è male – mi rispose lei.
– Benvenuta nella nostra classe! – Sorridendole, avanzai una proposta. – Ti va di pranzare con me e i miei amici oggi? Mangiamo insieme e ti facciamo conoscere un po’ la città se ti va.
– Oggi non posso. – Devo aiutare i miei con il trasloco.
– Oh, non c’è problema – dissi io. – Possiamo fare un altro giorno, quando preferisci.
-Sì, volentieri. Grazie dell’offerta.

Mi sorrise gentilmente e ricambiai il gesto. Notai però uno sguardo molto freddo, e un sorriso dall’aria triste. Decisi di non indagare per il momento, probabilmente aveva bisogno dei suoi spazi per ambientarsi.
Il giorno seguente, dopo scuola, portai Giada a mangiare nel mio locale preferito. Chiacchierammo a lungo, e scoprì che oltre la sua timidezza, si nascondeva una persona dall’animo buono. La vidi più a suo agio rispetto al giorno prima, e decisi di chiederle cosa l’avesse portata a trasferirsi in una nuova città. Alla mia domanda, però, assunse un’espressione strana. Mi guardò con il solito sguardo freddo e rispose in modo brusco:
– Non ho voglia di parlarne ora – mi disse.
– Non c’è bisogno di parlarne se non ti va. So che per te sono ancora una sconosciuta, ma sento che un giorno io e te potremo diventare amiche.
– Ecco, a questo proposito. La tua disponibilità mi fa molto piacere, ma non sentirti obbligata ad essere gentile con me. Per il momento, non mi va di fare amicizia con nessuno.
Rimasi ferita dalle sue parole, ma non volevo darmi per vinta. Capì che doveva essere successo qualcosa che ha portato la sua famiglia a trasferirsi qui, e se la causa di ciò fosse stato qualcosa di grave, avrei essere la prima a saperlo per cercare di aiutarla. Finii di mangiare in silenzio e l’accompagnai a casa.
I mesi passarono, continuai a parlare con Giada ma non le chiesi più nulla a proposito di quella conversazione. Finché un giorno, la invitai a casa mia per passare il pomeriggio in compagnia. Dopo qualche ora insieme, si fermò a guardarmi negli occhi. – Alice, vorrei parlarti di una cosa – mi disse con un tono titubante.
– Certo, dimmi pure – risposi io, leggermente preoccupata.
–Ehm… Si tratta del motivo per cui sono qui in questa nuova città.
– Giada – iniziai. – Non ce n’è bisogno se non te la senti. Lei continuò a fissarmi.
– Non importa, va bene così – disse. – Ora posso farlo. Sono pronta. Ma devi promettermi che quello che ti dirò rimarrà tra noi due. Non voglio che altri lo sappiano.
– Puoi fidarti di me – dissi. Sentivo che per lei era qualcosa di importante.
– Ecco, vedi… – iniziò lei. – Mi sono dovuta trasferire a causa di alcuni problemi con la vecchia scuola. O meglio, con i miei ex compagni. Una volta li consideravo amici… ma si sono rivelate solo un mucchio di persone false. Un giorno, senza un motivo particolare, hanno iniziato ad escludermi. Non mi dissero mai il perché. Semplicemente non mi volevano più. Alla fine, persi i rapporti con tutti. Mi era pesante andare a scuola, non riuscivo più a fare ciò che mi piaceva. E così, i miei genitori decisero che era giunto il momento di cambiare vita.
Restai senza parole di fronte a quel racconto. – Oh Giada, mi dispiace così tanto – le dissi, ed ero sincera.
– Ora non importa più. Non mi importa più di niente. Semplicemente non mi fido delle persone.
Dopo quella affermazione capii quanto quel momento fosse prezioso. Se Giada mi stava raccontando questo, significava che forse, almeno un poco, voleva provare ad avvicinarsi a me. – Hai paura, vero? – le chiesi. – Hai paura di soffrire di nuovo.
Lei abbassò lo sguardo e mormorò: – Le persone fanno male. E per difenderti, l’unico rimedio è far diventare il tuo cuore duro e freddo come il ghiaccio. Solo così nessuno potrà mai ferirti.
– A volte però, vale la pena sciogliersi per qualcuno. Con me lo puoi fare. Non me ne andrò fino a che non mi vorrai più al tuo fianco. Non avere paura. Io te lo prometto, non ti farò del male – le dissi.
Lei mi guardò e mi rispose, alzando la voce: – come faccio a sapere di potermi fidare?
– Prendi tutto il tempo che ti serve – risposi io. – Io ti aspetterò. Sarò sempre qui per te, e ti aiuterò a sconfiggere le tue paure. Non temere, non me ne andrò. Non sono quel genere di persona. – Improvvisamente, mi venne una grande voglia di abbracciarla. E lo feci. E lei si sciolse in quell’abbraccio. Pensavo mi avrebbe respinto, ma non lo ha fatto. Questa è già una grande vittoria.
Da quel momento in avanti, io e Giada diventammo inseparabili. Ero sempre presente per lei, come lei lo era per me. La aiutai a sconfiggere le sue paure e, alla fine, arrivò a fidarsi totalmente di me. E fu così che iniziò la nostra bellissima amicizia.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
leggi anche
Fiera dei librai 2018
Scribo ergo sum
Torna il concorso letterario studentesco: come votare il vostro racconto preferito su BGY
leggere
Edizione 2019
“Scribo ergo sum”: i vincitori del concorso letterario studentesco
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI