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Candidato sindaco

Macario: “Bergamo città dalle disuguaglianze estreme, io in campo per ridurle” video

Già assessore nella giunta guidata da Roberto Bruni, Francesco Macario si candida con "Bergamo in Comune" per dare voce ai quartieri periferici, ai ceti popolari, "perché serve una vera sinistra"

È stato l’ultimo a presentare la propria candidatura: Francesco Macario, 60 anni, abitante a Borgo di Terzo, consulente storico nel campo del restauro, segretario provinciale di Rifondazione Comunista e già assessore all’Edilizia privata durante la giunta Bruni, ha deciso di scendere in campo nella lista Bergamo in Comune “perché serve una vera lista di sinistra”.

Gli amici lo chiamavano Cocò quando scriveva su Lotta continua da studente di Architettura all’Università di Milano e anche oggi è per tutti Cocò e lotta per i suoi ideali: “Voglio che si torni a parlare di diritti sociali e dei ceti popolari di cui l’amministrazione Gori non si è mai interessata, dall’alto della sua casa in Città alta. Lui non c’entra niente con la sinistra e lo si è capito: non tiene conto dei bisogni della gente comune che vive nei quartieri”.

Quali sono le esigenze della “gente comune”?

Beh, c’è la questione dell’aeroporto che danneggia chi abita nelle zone periferiche già problematiche: è cresciuto in maniera esponenziale sia nelle Giunte di centro destra che di centro sinistra. Con Tentorio è passato da 6 a 9 milioni di passeggeri, con l’attuale amministrazione da 9 a 13 milioni. Deve essere posto un limite a questa crescita e va messo in discussione questo modello di solo plauso all’aeroporto che porta problemi ambientali e sociali, specialmente per chi abita lì attorno: persone che non vengono mai ascoltate.  Ma ci sono le politiche sociali che dovrebbero aiutare chi più ne ha bisogno. E che, in una maggioranza di centrosinistra, dovrebbero essere spinte. La giunta Gori si vanta di aver investito 5 milioni di euro in cinque anni nel sociale: un milione all’anno. Non è poco ma non abbastanza e per farle capire perché non è abbastanza le dico solo che in quattro e quattr’otto ha trovato 8 (dico otto) milioni per la Montelungo, per il fitness alla Montelungo. 

Lei cosa propone?

Una Bergamo che recuperi la partecipazione democratica dei cittadini, che li faccia protagonisti delle decisioni, che faccia i conti con la modernità dal punto di vista ambientale: fuori dalla città le macchine e dentro solo mezzi pubblici. Un città che non deve promuovere e sponsorizzare solo i negozi del lusso: dove si vendono scarpe da tremila euro, mentre il commesso  che le vende è precario e ne guadagna 800 euro al mese. La città di Gori è la città delle diseguaglianze estreme a cui io sono fortemente contrario. Io vorrei una società equilibrata, ambientalmente e socialmente con risposte moderne ai problemi moderni delle persone. Non una città che vende un’idea e uno stile di vita: prenda il Chorus Life, è già diventato un marchio, non sarà solo un palazzetto con complesso abitativo, ma un modo di essere, con magliette con la scritta “Chrous Life”.  

Lei critica Gori da sinistra ma ancora più a destra c’è la squadra di Stucchi: in caso di ballottaggio non aiuterà il centrosinistra allora?

Non starò mai con Gori perché credo che la città che io ho in testa, non sia proprio quella che ha in testa lui. Stucchi a mio parere di idee non ne ha e a dirla tutta mi spaventa meno, rispetto “all’idea Gori”, che in realtà è quella di un un imprenditore, un costruttore alla Percassi: una Bergamo del lusso, non democratica, che schiaccia il ceto medio con politiche fondamentalmente classiste. E tutto questo mentre nell’ambito del lavoro e in quello della salute sta montando un forte astio sociale. La politica di Gori è pericolosa perché fornisce terreno per la crescita della destra più estrema, quella che si nutre di astio. Non è che vivo sulla luna però, sono uno che sa trattare: se prendo il 25% e ho la forza per una trattativa per portare avanti le mie convinzioni, allora posso pensare di allearmi con Gori.

Lei era in Giunta con Roberto Bruni quando già un tema discusso era il parcheggio della Fara…

Sì, ho vissuto la questione in prima persona. Il sindaco precedente, Cesare Veneziani aveva approvato il parcheggio nell’ultima ora dell’ultimo consiglio comunale: è importante ricordare che è stata una decisione del centrodestra e la palla è passata immediatamente a noi. Non mi ricordo nessuno a favore in quella compagine: il parcheggio non piaceva a Bruni e ad alcuno, ma già sul piatto dei “No” c’era la tangenziale est. Contro la tangenziale est Bruni aveva fatto la propria campagna elettorale e subito ha bloccato il progetto consapevole che ci sarebbe stato un contenzioso e anche un prezzo da pagare. Fare la stessa cosa, cioè cancellare anche il parcheggio, poteva far pensare che questa amministrazione era quella che voleva spendere soldi per bocciare le opere perciò si è scelto semplicemente di non portare avanti la Fara.  Ma avremmo dovuto stoppare anche il parcheggio. Poi è successo quel che è successo.

Cosa?

Che il parcheggio è iniziato, c’è stato il crollo e la Giunta Tentorio ha focalizzato l’attenzione sui rifiuti interrati quando il tema vero erano i lavori malfatti. Gori avrebbe potuto a quel punto appellarsi a questo e tornare indietro: certo, sarebbe stato lungo, ma poteva fermare tutto anche rischiando di pagare una quota rispettando però le promesse che aveva fatto nel programma elettorale. Certo mi fa ridere che Stucchi adesso dica che vuole la VIA (Valutazione d’impatto ambientale): perché Tentorio ai tempi non ha detto niente in merito?

Come è la sua lista?

È una lista eterogenea socialmente e anagraficamente. Sono persone competenti e che rappresentano le quotidiane lotte dei cittadini, ci sono, infatti, esponenti del No Parking Fara e abitanti dei quartieri vicino all’aeroporto. È una lista che deve rappresentare le complessità e dare voce a tutti.

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