• Abbonati
Lo sguardo degli studenti

“Un’Europa libera e unita: cosa rimane oggi di quel sogno?”

Nella scuola in cui insegnarono Ernesto e Ada Rossi, gli studenti del Vittorio Emanuele hanno voluto capire cosa resta di quell'Europa che i padri e le madri fondatrici volevano costruire

Voce agli studenti della 4S del Vittorio Emanuele per il quarto capitolo sul progetto di alternanza scuola lavoro in tema Europa di oggi e di domani. Ecco il riassunto delle puntate precedenti.

La classe 4^ S del “Vittorio Emanuele”, dopo un iniziale disappunto alla notizia di un nuovo progetto di alternanza scuola/lavoro, abbraccia con entusiasmo la collaborazione con Bergamo News e decide di partecipare con una performance teatrale ad un evento dedicato alle donne che hanno fatto l’Europa ed al quale parteciperanno sette Istituti superiori della città. Dopo aver sperimentato la cronaca rosa, quella sportiva e lo stile nervoso delle breaking news, la classe ci prova con l’editoriale. Questo articolo, il quarto capitolo del progetto, introduce il testo utilizzato per costruire la performance che potrete vedere il 15 aprile.

CHE COSA CI RIMANE DEL MANIFESTO DI VENTOTENE?

Nell’estate del 1941, sull’isola di Ventotene, dove erano stati confinati dal regime fascista, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli scrivono il Manifesto per un’Europa libera e unita, che rappresenta il primo concreto progetto di una Federazione europea.
Ernesto Rossi era professore di economia al “Vittorio Emanuele II” di Bergamo, quando, nel 1930, fu arrestato per attività antifascista. Altiero Spinelli era stato arrestato a vent’anni nel 1927 come dirigente comunista, partito da cui sarà espulso per le critiche rivolte allo stalinismo.
Nell’estate del 1941, la Germania nazista aveva invaso l’Unione Sovietica; entro la fine dell’anno, sarebbero entrati in guerra gli Stati Uniti.
I due pensatori vedono in prospettiva la sconfitta della Germania e proclamano la necessità che, dalle rovine della guerra, nasca uno Stato federale europeo quale antidoto ai nazionalismi che avevano provocato il conflitto.

Il Manifesto di Ventotene è suddiviso in tre parti.

1- La crisi della civiltà moderna.
2- Compiti del dopoguerra. L’unità europea.
3- Compiti del dopoguerra. La riforma della società.
Se nella prima parte si passano in rassegna i processi storici che hanno portato ai totalitarismi, è nella seconda parte che vengono elencate le caratteristiche che dovranno avere gli Stati Uniti d’Europa:
– abolizione delle barriere doganali, libera circolazione dei cittadini e delle merci;
– rappresentanza diretta dei cittadini alle assemblee della Federazione europea;
– politica estera unica;
– esercito unico federale;
– unità monetaria.

Questa Federazione avrebbe dovuto avere gli organi e i mezzi sufficienti per fare eseguire nei singoli Stati federati le sue deliberazioni e per mantenere un ordine comune, ma lasciando agli Stati stessi l’autonomia e uno sviluppo della vita politica secondo le peculiari caratteristiche dei vari popoli.

Accanto a Rossi e Spinelli, collaborarono all’elaborazione del Manifesto Eugenio Colorni, anch’egli al confino sull’isola, e sua moglie Ursula Hirshmann. Colorni, filosofo della scienza, scriverà la prefazione dell’edizione clandestina romana del 1944.

Alla Hirshmann e ad Ada Rossi, moglie di Ernesto, che raggiunge al confino, si deve la diffusione del testo: scritto su cartine di sigaretta, le due donne riescono ad eludere i controlli delle guardie fasciste che presidiavano l’isola di Ventotene ed a portarlo sulla terraferma.

Anche Ada Rossi insegnava al “Vittorio Emanuele” di Bergamo. E in questa scuola abbiamo voluto tornare per capire cosa resta di quel sogno.

I have a dream: Europa

Al primo piano dell’edificio che ospita la scuola, una targa ricorda lo “stimato insegnante” Ernesto Rossi. Al secondo piano, incontriamo le ragazze e i ragazzi della classe 4^ S, affiatata e decisamente multiculturale. Secondo loro, il sogno di Rossi e Spinelli non si è ancora realizzato. Le critiche all’Europa di oggi non mancano. Si pensava alla solidarietà tra i vari Stati e invece si vedono egoismi e chiusure. Si ha l’impressione che ogni Stato, quando non ha problemi, “se ne freghi” di quello che sta al di fuori dei suoi confini, e si pretende invece di ricevere un aiuto quando ci sono i problemi, come con l’immigrazione, vista solo come un fastidio che i vari Stati si scaricano addosso l’un l’altro da ormai troppo tempo, senza pensare che si parla di vite umane.

E quando si passano in rassegna le caratteristiche che Rossi e Spinelli assegnavano all’Europa, la politica estera unica sembra ancora molto lontana, così come l’esercito unico federale. Infine, lo scricchiolio che si avverte nel Continente con la Brexit desta preoccupazione.

Tra queste studentesse e questi studenti, però, prevale l’ottimismo. Molti di loro hanno avuto modo di viaggiare in Europa, dove hanno conosciuto amiche e amici. Aver imparato a scuola due lingue ha aperto molte porte. Hanno verificato che la moneta unica c’è e l’euro è una delle più importanti valute nel mondo. E ciò vuol dire un maggiore peso politico ed economico sulla scena internazionale. Le barriere doganali sono state abolite e i cittadini europei, uomini e donne, possono circolare liberamente. Non in tutta Europa, è vero, ma “se pensiamo a come stavano i nostri genitori alla nostra età … c’era ancora il Muro di Berlino”, dice uno di loro. “Per non parlare dell’Erasmus” aggiunge una compagna.

Hanno fiducia nella loro generazione, e la recente mobilitazione globale per la difesa dell’ambiente li fa concludere con le parole con cui Ernesto Rossi e Altiero Spinelli chiusero il loro “Manifesto per un’Europa libera e unita”:

“La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà”.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
leggi anche
via ada rossi
La decisione
Ada Rossi tra la toponomastica di Bergamo: la proposta del Vittorio Emanuele
Lavoro su Europa
Capitolo secondo
“I have a dream: l’Europa che vogliamo raccontare giorno per giorno”
lavoro su europa_ vittorio emanuele
Capitolo primo
“I have a dream: Europa”, il racconto degli studenti del Vittorio Emanuele
lavoro su europa_ vittorio emanuele
Il progetto
L’Europa degli studenti del Vittorio Emanuele: giovane e piena di speranza
lavoro su europa_ vittorio emanuele
Istituto vittorio emanuele
L’alternanza raccontata dagli studenti: “cataclisma” o opportunità?
lavoro su europa_ vittorio emanuele
Capitolo quinto
I giovani protagonisti e non più comparse dell’Europa di oggi
lavoro su europa_ vittorio emanuele
Ultimo capitolo
“I have a dream: Europa. Donna, inclusiva e all’altezza dei nostri sogni”
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI