Qualcuno, vedendola sabato camminare lungo il Sentierone, l’ha paragonata al Rivoltoso sconosciuto di piazza Tienanmen, lo studente di Pechino che nel 1989, disarmato, sfidò i carri armati cinesi. Il coraggio è lo stesso. Il suo obiettivo, però, non era porsi davanti ai panzer del regime e fermarli, ma abbracciare la gente e far conoscere un tema a lei tanto caro: l’autismo.
Un argomento che è entrato nella vita di Daniela Vanillo 24 anni fa, quando è venuta alla luce sua figlia Giorgia Maria. Da quel momento per la 57enne Bergamasca ne è iniziata un’altra di vita. Del tutto diversa ma, come dice lei, “ancora più bella”. Un lungo e intricato percorso, mano nella mano con la sua piccola, grazie al quale ha scoperto un mondo parallelo, “colorato e pieno di tenerezza”. Tanti gli ostacoli. Dalla burocrazia, ai servizi non sempre all’altezza, fino a chi non conosce la materia e, quasi intimorito, rifiuta chi è autistico.
Per diffondere questa sua esperienza di vita e rendere così più umana l’esistenza “degli angeli come sua figlia”, Daniela ha realizzato diversi progetti nel corso degli ultimi anni. Come una collana di libri, con pensieri e disegni di Giorgia Maria, rigorosamente in blu, il colore dell’autismo. La 57enne è stata poi ospite di una serie di congressi sul tema in molte località Italia. Fino a quella messa in atto per la prima volta l’anno scorso a Bergamo: gli abbracci alla persone in strada, per fermarle e raccontare loro cosa è e cosa non è questo disturbo del neurosviluppo caratterizzato dalla compromissione dell’interazione sociale, che colpisce un bambino su 110.
In occasione della Giornata Mondiale dell’autismo (che si celebra il 2 aprile di ogni anno) sancita dall’Onu con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica, sabato la mamma-coraggio, senza l’appoggio di istituzioni o associazioni, è tornata in centro vestita da fata: “È andata molto bene, anche meglio dello scorso anno – racconta Daniela con il consueto entusiasmo – . Tanti passanti si sono fermati ad abbracciarmi e a chiedermi informazioni per parenti o amici autistici. È una questione che interessa la gente e sulla quale purtroppo, nel 2019, c’è ancora troppa ignoranza. Per la prossima edizione sto pensando a qualcosa di più grande”.
“Io da anni mi batto per distruggere tutti i pregiudizi legati a questa tematica. Per garantire un presente e un futuro migliore ai ragazzi autistici. Candidi e sinceri come dei bambini. Penso a queste creature anche quando, un domani, i loro genitori verranno a mancare e non ci sarà più chi li segue. A livello di assistenza in Italia, sotto questo punto di vista, siamo molto indietro”.
Ma cos’è l’autismo? “Come rispondo sempre a tutti, non si tratta di una malattia, ma è solo un modo di comportarsi delle persone. Che spesso sono anche più intelligenti di chi non è autistico. Prendete mia figlia Giorgia Maria. Lei parla perfettamente l’inglese e l’anno prossimo inizierà l’università di Lingue qui a Bergamo”.
commenta