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Appunti&virgole

L’Atalanta sale sull’ottovolante: Parma dolce trampolino per l’Europa

Quattromila tifosi bergamaschi spingono all'ottava vittoria in trasferta. Gasp: "Non solo gambe buone, ma tanta tecnica: giochiamo al calcio"

Sì, viaggiare… L’Atalanta torna sulla via Emilia e riprende a volare, dopo una breve frenata col Chievo e la sosta. In casa o fuori, non fa differenza. Perché? Provate a giocare spinti da quattromila tifosi, “è una carica di adrenalina da brividi”, ha spiegato alla fine Gasperini, con un sorriso grande come la curva che ospitava i bergamaschi.

Sembrava di essere tornati a Reggio Emilia, all’Atalanta che dà spettacolo in Europa e poi si congeda dal 2018 giocando a tennis nel Mapei Stadium, un festival di reti con Zapata, Gomez, Mancini e la tripletta di Ilicic.

Quattro gol su sei nel secondo tempo, allora e anche a Parma l’accelerazione decisiva arriva nell’ultimo quarto d’ora. Ma le reti potrebbero essere sei invece che tre: l’Atalanta del Gasp non è mai sazia e proprio il suo uomo migliore, il Papu, si mangia qualche gol ma ne regala uno a Pasalic e l’altro a Zapata. E dopo lo spavento iniziale, per l’errore di Pasalic che come a Firenze offre su un piatto d’argento il contropiede, lo stesso croato si riscatta. Con una reazione che dà il la a un’Atalanta di nuovo travolgente: e sono otto vittorie fuori casa… incredibile se si pensa a non molti anni fa, quando i nerazzurri dovevano starsene buoni in difesa sperando in qualche contropiede e già tornare imbattuti sembrava un’impresa.

È proprio un altro calcio. L’Atalanta va in trasferta e si muove come in casa, prende il pallino del gioco e non lo molla più o quasi per tutta la partita, costringendo l’avversario a cercare di rispondere in contropiede. Un paio di volte il Parma ci riesce, però Gollini risponde sempre presente e chiude la porta, rispolverando il vecchio detto: se hai un bravo portiere e un altrettanto bravo centravanti (Zapata fa la doppietta) allora sei a cavallo. Il più è fatto. O comunque è già un bel punto di partenza. Perché l’Atalanta può permettersi di lasciare in panchina Ilicic, ma comincia ugualmente a macinare gioco e creare occasioni, pur concedendo qualche errore dietro e anche davanti alla porta avversaria.

“Errori? Siamo l’Atalanta”, sorride Gasperini, molto orgoglioso dei suoi ragazzi. E a chi gli fa notare la condizione fisica strepitosa della sua squadra, Gasp risponde alzando il tiro: “Questa è una squadra che gioca a calcio ed è la tecnica, che fa la differenza. E la farà anche in questo finale di campionato”.

Certo, se guardiamo alle gambe, non c’è partita: Gervinho, il più pericoloso, dopo un’ora esce, mentre i nerazzurri continuano a correre e imperversare, da Gomez che cerca il gol e trova gli assist, a Ilicic che entra nel secondo tempo e danza col pallone, soprattutto a Zapata arma letale.

Si temeva la sosta, in realtà gli impegni con le nazionali sembra che diano la carica al giramondo Zapata, a un’impeccabile Freuler, ma anche alla sorpresa Reca, che da qui alla fine sicuramente rivedremo al’opera. Vero che sugli esterni l’Atalanta è ben coperta, però un’alternativa in più fa solo bene, come la certezza di avere un Palomino pronto se Toloi non ce la fa.

Allora, torniamo a sognare la Champions? Intanto godiamoci questa classifica. L’anno scorso dopo 29 giornate l’Atalanta era al settimo posto alla pari con la Samp e con 44 punti, adesso ne ha 48, un sesto posto e l’attacco più forte della Serie A con la Juve (60 gol). Se non merita l’Europa, chi se no?

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