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Dopo la caduta

Cina ferma i 737 Max, Europa e Italia no: “Piloti già aggiornati dopo disastro in Indonesia”

Dopo la tragedia in Etiopia l'ente per l'aviazione civile cinese ha tenuto a terra i Boeing 737 MAX 8: l'Enac spiega le contromisure già adottate a seguito dell'incidente di ottobre

Un centinaio di velivoli tenuti a terra in via precauzionale dall’ente di aviazione civile cinese, dall’Ethiopian Airlines e dalla Cayman Airways: non si sono fatte attendere le reazioni, anche a grande impatto, all’indomani del disastro aereo del volo 302 operato dalla compagnia etiope con un Boeing 737 MAX 8, diretto a Nairobi e precipitato pochi minuti dopo il decollo da Addis Abeba.

Nello schianto sono morte tutte le 157 persone che si trovano a bordo, 8 italiani e 3 dei quali legati alla onlus bergamasca Africa Tremila: Matteo Ravasio, commercialista residente in via Pignolo e tesoriere dell’associazione, Carlo Spini, presidente, e la moglie Gabriella Vigiani, residenti ad Arezzo.

Ma cosa è successo sul volo 302?

Secondo quanto riferito dal Ceo della compagnia etiope Tewolde Gebremariam il pilota avrebbe comunicato un problema poco prima del disastro, chiedendo e ottenendo il permesso di rientrare all’aeroporto di Addis Abeba.

Ancora troppo presto per esaminare con certezza le cause ma un indizio potrebbe arrivare da un altro disastro aereo, quello del 29 ottobre scorso quando un altro Boeing 737 MAX 8 della compagnia Lion Air si è inabissato in mare pochi minuti dopo essere decollato dall’aeroporto di Giacarta, in Indonesia: tra i 189 morti anche un italiano, il ciclista Andrea Manfredi che aveva vestito anche la maglia del team bergamasco Palazzago.

In seguito a quell’incidente il comitato per la sicurezza del trasporto nazionale indonesiano aveva riscontrato un input errato da parte di uno dei sensori che monitorano e regolano il cosiddetto “Angolo d’attacco”: un dettaglio importantissimo che aveva spinto la Boeing a emettere, circa una settimana dopo il disastro, un bollettino di aggiornamento del manuale di volo, con delle raccomandazioni in merito al funzionamento del velivolo.

Ai piloti, in particolare, venivano fornite indicazioni precise in merito alle procedure esistenti per affrontare quel tipo di errore.

Il colosso americano del settore aerospaziale dopo l’incidente di domenica ha pubblicato sul proprio sito ufficiale una breve nota nella quale, oltre alle condoglianze alle famiglie coinvolte nel disastro, ha annunciato di aver inviato un team di esperti in Etiopia per supportare tecnicamente le autorità locali nella ricerca delle cause del disastro.

Il 737 Max è l’ultima generazione di aeromobili progettata da Boeing, basata sul predecessore 737 NG: a dicembre 2018 ne sono stati ordinati oltre 5.000 da alcune delle compagnie aeree più importanti del mondo, attirate in particolare dalla sua capacità di garantire un ottimo risparmio di carburante.

Oltre al MAX 8 ci sono altre 3 versioni: MAX 7, MAX 9 e MAX 200, quest’ultima scelta da Ryanair per rinnovare la propria flotta già a partire dall’autunno del 2019.

La compagnia aerea irlandese ne ha ordinati 210, investendo 22 miliardi: aerei meno inquinanti, meno rumorosi e più spaziosi che faranno il loro esordio proprio dallo scalo di Orio al Serio.

Ad oggi sono più di 350 i Boeing 737 MAX 8 che operano nei cieli di tutto il mondo: in Italia vengono utilizzati da Norwegian e Air Italy, che ne ha ordinati 20, 3 dei quali già operativi.

“Per noi – spiega la compagnia aerea italiana con sede a Olbia e base operativa a Malpensa -, la sicurezza dei nostri passeggeri è da sempre la principale priorità. Con riguardo al B737 Max 8 e a tutti gli aeromobili operativi in flotta, la compagnia si trova in piena conformità con le disposizioni delle autorità aeronautiche e alle procedure operative e direttive del costruttore. La Compagnia è in costante contatto con le autorità e ne seguirà le direttive con l’obiettivo di garantire un servizio improntato alla massima sicurezza del volo. Seguiranno ulteriori informazioni se si renderà necessario”.

In Europa nessun aereo è stato tenuto a terra, anche se Easa, l’agenzia europea per la sicurezza aerea, ha ammesso di seguire da vicino l’evolversi della situazione.

Così come sta facendo Enac: “Sull’incidente di domenica al momento abbiamo solo degli indizi, legati al precedente in Indonesia – sottolinea il vice direttore generale Alessandro CardiGià in seguito a quello abbiamo monitorato e valutato il da farsi, secondo le indicazioni di Boeing e dell’ente certificatore americano. Ne sono seguiti interventi di addestramento, training e sicuramente una maggiore preparazione del pilota: nel nostro Paese ci sono 3 velivoli, di proprietà di Air Italy che si è già adeguata. Il terzo, inoltre, è arrivato in seguito all’incidente indonesiano e quindi già con tutte le indicazioni di riconoscimento e gestione di eventuali situazioni anomale che possono aver portato alla tragedia dello scorso ottobre. Siamo ovviamente in contatto con l’ente europeo e quello americano, pronti a prendere ogni provvedimento necessario. Al momento non ci sono dettagli precisi sul tipo di problema, legato però alla sola versione MAX 8. La decisione della Cina? Operano secondo le loro consuetudini, noi normalmente, se non ci sono elementi che ci orientano verso un reale sospetto, possiamo solo alzare la soglia di attenzione come abbiamo fatto”.

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