Quanti di voi da bambini, passeggiando lungo il Sentierone, vi siete fermati di fronte al Monumento di Gaetano Donizetti?
Probabilmente quasi tutti perché i cigni nel laghetto antistante hanno sempre destato curiosità e stupore ai passanti di Largo Gianandrea Gavazzeni.
Ciò di cui non vi siete forse accorti è dello sguardo attento e premuroso del compositore in cerca l’ispirazione nella musa Melopea. Occhi dietro cui si cela un mistero che ci porta indietro sino al 1897 quando, in occasione del centesimo anniversario della nascita del compositore bergamasco, il complesso statutario venne posto nei pressi del mercato del bestiame.
Realizzato completamente in marmo da Francesco Jerace, il monumento non nacque inizialmente per Bergamo, ma per Catania che aveva commissionato all’artista calabrese una scultura in onore del compositore catanese Vincenzo Bellini.
Secondo alcune informazioni dell’epoca, tra Jerace e l’amministrazione siciliana sarebbe nata una querelle sul costo dell’opera che si sarebbe poi conclusa con la decisione dello scultore calabro di destinare il monumento a Bergamo e di modificare così il volto di Bellini con quello del collega Donizetti.
Con precisione non sappiamo come andarono le cose, tuttavia ciò di cui siamo certi è il 1897 no fu un anno facile per la musica bergamasca perché, in occasione di una rappresentazione della “Favorita” di Gaetano Donizetti, il celebre direttore d’orchestra Arturo Toscanini avrebbe abbandonato la città in polemica con gli orchestranti del Teatro Riccardi, che vennero considerati “mediocri” come riporta Umberto Zanetti nel volume “Bergamo di una volta”.
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