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L'intervista

Gli stornelli invadono Bergamo? Ecco perché

Nei giorni scorsi molte persone hanno notato la presenza di diversi stormi di uccelli a Bergamo e nei paesi dell'Hinterland: per saperne di più abbiamo chiesto a Luciano Gelfi, attento osservatore dei volatili.

Nei giorni scorsi molte persone hanno notato la presenza di diversi stormi di uccelli a Bergamo e nei paesi dell’Hinterland. Ne hanno avvistati tanti volare in cielo o riuniti sui tetti delle case piuttosto che su piante e alberi.

Ad attirare l’attenzione soprattutto gli storni, detti anche stornelli: la loro presenza è parsa più numerosa del solito e questo ha incuriosito, in parecchi si sono posti delle domande chiedendosi da dove venissero e se alcuni volatili che nei mesi freddi dell’anno emigrano nei Paesi caldi fossero rimasti qui per effetto di temperature meno rigide.

Per avere delle risposte abbiamo chiesto informazioni a Luciano Gelfi, presidente del circolo Legambiente Cerca Brembo e attento osservatore di uccelli.

È possibile che quest’anno alcuni uccelli non siano partiti per i Paesi caldi?

No, quelli che dovevano migrare se ne sono già andati. Va considerato che le migrazioni sono diverse per ogni specie. Per esempio, ci sono uccelli che nidificano in Italia e poi si spostano verso l’Africa, come nel caso dei rondoni, delle rondini e dei balestrucci, ma ci sono altre varietà che nidificano nel nord Europa e migrano in Italia. Gli stormi di storni che si notano sul nostro territorio da oltre un mese sono migrati regolarmente: è normale che vengano da noi. È sempre avvenuto, solo che quest’anno qualcuno ha iniziato a notare questi movimenti di uccelli e allora sembra che si tratti di un fenomeno strano: ci sono sempre stati, ma non venivano osservati oppure attiravano meno l’attenzione perchè per esempio non venivano fotografati e postati sui social.

Non ci sono anomalie dettate da temperature meno rigide?

No, gli uccelli che stiamo vedendo in queste settimane sono caratteristici dell’Italia nel periodo invernale: migrano dalla Polonia, dalla Germania e dalla Danimarca perchè là in questi mesi il clima è più rigido e devono spostarsi a sud, dove le temperature sono più miti. E dove possono andare se non nella pianura Padana? Quelli che dovevano migrare lo hanno già fatto e se ne guardano bene dal rimanere perchè sicuramente morirebbero. Certamente, poi, ci sono esemplari che nidificano in montagna come il codirosso spazzacamino che migra a quote più basse e da noi, quindi, lo troviamo in questo periodo, mentre il codirosso comune, che nidifica soprattutto in pianura, d’inverno va in Africa e già a ottobre è raro riuscire ad avvistarlo sul nostro territorio.

Nessuna stranezza, dunque, per quanto riguarda le migrazioni, ma per l’abbondanza presenza di stormi a Bergamo?

Chiarito che non si sono verificate anomalie a livello dei fenomeni migratori, il fatto che quest’anno in bergamasca ci sia stato un movimento particolare degli uccelli è un’altra questione. Negli ultimi tre-quattro anni a Osio Sotto nella zona tra l’autostrada e l’inceneritore di Dalmine si osservava un assembramento tra i 5 e i 10mila esemplari. Ora la gente che non si muove da Dalmine o che presta meno attenzione agli spostamenti dei volatili pensa che non ci siano più, invece si sono spostati. Tre settimane fa, per esempio, a Marne, mentre stavo tenendo una lezione di educazione ambientale con i bambini della scuola materna, abbiamo visto un’ondata di storni che mangiava i frutti di un bagolaro ma adesso non si sono più visti in quell’area.

Come mai?

Avevano scoperto dove potersi sfamare e poi, una volta esaurito il cibo, se ne sono andati: si spostano in base a dove riescono a trovare da mangiare. Osservando i loro movimenti, dall’Isola si sono mossi da Marne, Bonate e Curno per fare tappa a Bergamo e poi volare ancora altrove. Naturalmente non è detto che siano gli stessi, ma movimenti di questo tipo sono normali, perchè gli uccelli sono alla ricerca di frutti che possano mantenerli in vita.

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