Incapace di intendere e volere, nonché socialmente pericoloso a causa di un disturbo paranoide di personalità. Lo ha stabilito la perizia effettuata dal professor Massimo Biza, perito nominato dal gup Maria Luisa Mazzola, su Maurizio Novembrini, il 44enne siciliano residente a Treviglio arrestato il 4 aprile 2018 per avere ucciso a colpi di pistola il fratello Franco, con cui non andava d’accordo da anni, e la compagna, Maria Rosa Fortini, all’interno della sala slot “Gold Cherry” di Caravaggio.
La perizia, discussa in aula martedì 19 febbraio, non si discosta da quella effettuata dal consulente della difesa, Enzo Giovanni Bosco, e della parte civile, Luigi Tentoni. Martedì 5 marzo è in programma l’udienza davanti al gup, il cui esito sembra scontato: assoluzione per incapacità di intendere e volere, e quindi impossibilità di affrontare un processo.
C’è però un dettaglio importante da considerare. Novembrini non se ne andrà libero, visto che la consulenza di Biza, a differenza di quella dei colleghi, ha ravvisato la “elevata pericolosità sociale” del soggetto, consigliandone il ricovero in un Rems (una struttura che accoglie i detenuti con problemi psichiatrici) dove peraltro Novembrini si trova già da qualche settimana dopo la detenzione in carcere a Bergamo.
Sempre in carcere, il 15 maggio 2018, Novembrini aveva incendiato un materasso. Forse un modo per attirare l’attenzione, visto che diceva di avere paura di essere avvelenato. Più volte, inoltre, avrebbe confidato di sentire delle voci che lo chiamavano Saviano, come il noto scrittore minacciato di morte dai camorristi.
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