Sei coltellate, cinque sul lato sinistro del torace e una, quella mortale, in pieno petto: l’autopsia eseguita giovedì 6 febbraio all’ospedale Papa Giovanni XXIII dal dottor Matteo Marchesi, ha confermato la brutalità dell’aggressione a Marisa Sartori, uccisa sabato sera mentre con la sorella Deborha si stava recando a cena dai genitori a Curno.
Sono segni compatibili con il coltello lungo 25 centimetri che i carabinieri hanno ritrovato in un cespuglio lì vicino, quello con il quale Ezzedine Arjoun, marito della vittima, ha attaccato le due ragazze.
Il 35enne tunisino, dopo essersi disfatto dell’arma del delitto, si è consegnato ai carabinieri con le mani ancora sporche di sangue: l’uomo, in carcere da sabato notte per l’omicidio della ex moglie e il tentato delitto della cognata, al gip Lucia Graziosi ha raccontato di averle aggredite solamente dopo che Deborha l’aveva invitato ad andarsene e a uscire per sempre dalla loro vita.
Dagli accertamenti eseguiti nelle ore successive l’omicidio, Arjoun aveva bevuto e assunto cocaina: l’indagato ha ammesso di aver colpito la cognata ma dice di non ricordare di aver accoltellato l’ex moglie.
Nel frattempo i carabinieri hanno ascoltato anche la versione di Deborha, le cui condizioni stanno pian piano migliorando: la sua testimonianza viene ritenuta fondamentale per la ricostruzione dei fatti e sarà confrontata con quella di Arjoun.
Sono stati fissati, infine, i funerali di Marisa Sartori: si svolgeranno sabato alle 15 nella parrocchia di Santa Maria Assunta di Curno.
commenta