Dopo l’ultima manifestazione del 22 giugno 2013, Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di tornare a riunirsi a Piazza San Giovanni a Roma sabato 9 febbraio per chiedere lavoro e diritti per i lavoratori.
#FuturoalLavoro è il titolo della manifestazione nazionale organizzata dai sindacati confederali, “per chiedere interventi concreti per lavoratori e pensionati, per i giovani, per lo sviluppo, la crescita e i diritti civili”: da Bergamo partiranno in circa un migliaio alla volta della Capitale, con 13 pullman e una serie di posti in treno e automezzi privati.
Gli ultimi dati del 2018 sono preoccupanti e sottolineano la grande quantità di aziende morte rispetto a quante hanno invece aperto: “Lo scopo della manifestazione – hanno sottolineato i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil Angelo Chiari, Francesco Corna e Angelo Nozza – è quello di eliminare le false emergenze, come la troppa attenzione ai migranti, e concentrarsi sui veri obiettivi, a partire dalle infrastrutture che portano alla creazione di posti di lavoro. Abbiamo il diritto – dovere di contestare mosse che sono a sfavore dello sviluppo del paese. Non siamo contrari a prescindere a questo governo, ma non approviamo manovre senza strategia e senza il naturale coinvolgimento di forze sociali che rappresentano 12 milioni di cittadini, lavoratori e pensionati”.
Ma i sindacati, dal governo auto-elettosi “del cambiamento”, si aspettavano molto di più: non sono mancate critiche a misure come il reddito di cittadinanza, perchè “il lavoro è costruire insieme, è emancipazione personale”.
“Non c’è strategia per lo sviluppo e la cosa si ripercuote naturalmente anche su Bergamo, che soffre per la mancanza di infrastrutture e per l’adeguamento delle esistenti – continuano -. In campo previdenziale, mancano misure adeguate per le donne e i giovani; non vengono rivalutate le pensioni sopra i 1500 euro lordi (con un risparmio di due miliardi e mezzo sulle fasce basse e di 80 milioni sulle pensioni d’oro), mentre vengono tagliate le tasse ai soli lavoratori autonomi, lasciando dipendenti e pensionati a pagarle interamente”.
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