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Festival della canzone italiana

Sanremo, le pagelle della seconda serata: fra i mille duetti di Baglioni la spunta Daniele Silvestri

Seconda puntata caratterizzata dalle esibizioni del conduttore Claudio Baglioni e degli ospiti, fra i quali spicca Michelle Hunziker

Se siete fan di Claudio Baglioni, questo è il Festival che fa per voi; se non lo siete, poco male, mentre attendete invano il turno del vostro idolo, il “conduttore dirottatore” vi delizierà con uno dei suoi successi.

Fra lezioni di dizione musicale al ritmo pernacchie, rivelazioni shock di pianisti che abbandonano la propria postazione per bisogni impellenti e la “Lega dell’amore” targata Bisio – Hunziker, scopriamo com’è andata la seconda serata del Festival di Sanremo attraverso le nostre pagelle.

Achille Lauro 3,5: Dopo il volume eccessivo della prima esibizione, eravamo pronti a tutto, ma di certo non a versi strani provenienti da bestie mitologiche che un tempo infestavano gli incubi dei bambini, ora quelli degli spettatori di Sanremo. Impresa ardua quella compiuta dal rapper romano, un’impresa “coronata” da effetti vocali poco azzeccati. LUPO MANNARO

Einar 5-: C’è chi dopo la prima serata migliora, c’è chi invece peggiora, come nel caso di Einar. Il cantante bresciano pare un lontano parente di quello del debutto, in particolare nella prima iniziale, premessa di un brano che annoierà gli ascoltatori. NEGATIVAMENTE SORPRENDENTE

Il Volo 6: Alla conclusione della serata d’apertura i ragazzi lanciati da Antonella Clerici sono stati accusati di dedicarsi a un pubblico di una certa età e soprattutto di mostrarsi distanti dal mondo giovanile. Una critica che non è andata giù al gruppo siculo – abruzzese che, in barba al buon esito della prestazione, ha deciso di concentrarsi sul look.  FIGHETTI

Arisa 7: Fra le pernacchie di Baglioni e Bisio, Rosalba è l’unica in grado di far sorridere il pubblico con la propria gioia di vivere e di cantare. Il brano, molto orecchiabile, diventa un momento di allegria, un po’ come quando la domenica in tavola arriva la pizza. ORIETTA BERTI

Nek 8-: Filippo si conferma fra i migliori in gara con un brano che da martedì sera continua a risuonare nella testa di milioni di italiani. Unica nota parzialmente negativa la decisione di interpretare da solo anche le parti dedicate alle controvoci. PERFEZIONISTA

Daniele Silvestri 8,5: E’ e continua ad esser un destro di un pugile lanciato dritto nello stomaco di chi ascolta, di chi crede che l’adolescenza sia sempre e in qualsiasi caso l’età più bella della vita; una riflessione per anime sensibili coronata da un dialogo fra il padre Daniele e il figlio Rancore. ARGENTO SPLENDENTE

Ex-Otago 5,5: Certamente pensare di esaltare il pubblico con un brano riguardante un amore alle ultime battute non è impresa facile, ma gli Ex-Otago non fanno nulla per riuscirci. In buona parte soporifero, ciò che balza all’occhio è quell’ “esse” sibilante che mi ricorda qualcuno… LORENZO JOVANOTTI

Ghemon 3: La presenza di Ghamon a Sanremo è ancora un dilemma. Benchè possa esser apprezzabile la scelta di superare il rap puro, questa rimane incomprensibile se l’interprete non ha le capacità di sostenerla, in particolare nelle fasi di estensione canora. GRANDE MISTERO

Loredana Bertè 3: “Che cosa vuoi da me ?” Un paio di tappi per evitare di ascoltare tutte le stonature che prodotte in meno di tre minuti da Loredana. La canzone non è nemmeno male, peccato che questi inconvenienti “tecnici” ingiustificabili. NON CI SIAMO !

Paola Turci 6-: I miglioramenti nella voce si iniziano a sentire, in particolare nella prima parte di canzone, tuttavia, come un calciatore che rientra da un infortunio, non si può pretendere di resistere per 90 minuti al meglio. Speriamo che il giorno di riposo possa aiutarla. RIMANDATA

Negrita 4,5: I ragazzi non stanno bene. Con queste poche parole si potrebbe riassumere l’esibizione del gruppo aretino che paga la prestazione del frontman Pau, incapace di adattarsi alla tonalità del brano. Inutile provare a nascondere i problemi con un balletto tarantolato. I RAGAZZI STANNO MALE !

Federica Carta e Shade 7,5: Cantare a vent’anni complicati amori indistricabili non è da tutti, ma Federica e Vito riescono nell’impresa e si dimostrano molto più maturi rispetto alla loro età, se si eccettuano gli occhiali rubati dal cassetto dei ricordi di Tony Renis. CRESCIUTI TROPPO IN FRETTA

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