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Il caso

Sentenza storica in Tribunale a Bergamo: divorzio secondo la legge marocchina

Due coniugi marocchini hanno chiesto che venisse applicata la legge del loro Paese: ok del Tribunale di Bergamo che ha anche verificato che le condizioni concordate non danneggiassero gli interessi dei tre figli minori della coppia.

Divorzio diretto, senza separazione, secondo la legge marocchina: è una sentenza storica quella pubblicata dal Tribunale di Bergamo lunedì 4 febbraio che si è pronunciato in base alla “Moudawana”, il Codice di Statuto Personale Marocchino in vigore dall’8 marzo 2004.

Il caso riguarda due coniugi originari del Marocco, residenti nell’hinterland, genitori di 3 figli minori e che avevano contratto matrimonio nel consolato marocchino di Milano, che si sono affidati all’avvocato Mario Pistocchi, con studio a Dalmine: sono stati loro, con una scrittura privata, a chiedere concordemente l’applicazione della legge di riforma del diritto di famiglia del loro Paese.

Nel diritto marocchino non esiste l’istituto della separazione ma quello del divorzio per mutuo consenso, con o senza condizioni.

Il Tribunale di Bergamo ha preso atto della volontà reciproca di divorzio diretto, verificando che le condizioni da loro concordate non contraddicessero le disposizioni della Moudawana e non danneggiassero gli interessi dei figli: riunitisi in camera di consiglio il 19 dicembre scorso, i giudici hanno ritenuto accoglibile la domanda di applicazione della legge del loro Paese, come previsto dall’articolo 5 del Regolamento europeo 1259/2010, il cosiddetto “Roma III”.

Anche le condizioni del divorzio stabilite dal Tribunale seguono le disposizioni del diritto marocchino: la custodia dei figli spetterà in primo luogo alla madre, poi al padre che dal lato economico sarà obbligato al loro mantenimento con cibo, abbigliamento, cure mediche, istruzione e quanto indispensabile per la somma complessiva di 500 euro mensili.

Una sentenza simile, sempre in un caso di divorzio secondo il diritto del Marocco, era stata pronunciata dal Tribunale di Bologna nel maggio del 2017: allora i giudici avevano garantito alla moglie due particolari forme di tutela assenti nell’ordinamento giuridico italiano, dette “consolazione” e “pensione per il periodo di vedovanza”, di durata pari a tre cicli mestruali.

Giudici italiani che in Italia applicano decisioni secondo la legge straniera: pronunciamenti a cui si andrà incontro sempre più frequentemente.

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