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L'intervento

“L’ennesimo femminicidio in Bergamasca: è dovere della politica intervenire” fotogallery

Niccolò Carretta, consigliere regionale, ha mandato a Bergamonews una lettera per lanciare un appello alle forze politiche e alle associazioni del territorio

Marisa è morta a 25 anni a causa della follia omicida del marito 35enne, Arjoun Ezzedine, che non accettava la separazione. L’ennesimo femminicidio a una settimana dall’omicidio di Gorlago.

LEGGI QUI:  Lei vuole lasciarlo, lui l’accoltella: Marisa muore a 25 anni, grave la sorella

Niccolò Carretta, consigliere regionale e coordinatore della Lista Gori, ha mandato a Bergamonews una lettera per lanciare un appello alle forze politiche e alle associazioni del territorio perché il “nostro dovere è debellare questo male”.

“È necessario che gli attori in campo socialmente, politicamente e culturalmente facciano rete e provino con tutte le loro forze a debellare questa terribile e brutale tendenza.

72 è il numero di ore che passano tra un femminicidio e l’altro, in media, e questo dato non può più essere solo denunciato, ma va affrontato utilizzando tutti i mezzi a disposizione e perché no, con l’aiuto delle realtà territoriali, trovandone di altri, nuovi e magari più efficaci.

Il tempo dei post su facebook indignati e delle prime pagine è finito, almeno per chi fa politica come me, abbiamo il dovere di agire e di farlo in fretta perché siamo già in ritardo.

Serve un tavolo il più partecipato possibile per affrontare il problema e per cercare delle soluzioni con metodi anche drastici.

Il femminicidio è l’esasperazione di violenze domestiche che moltissime donne subiscono all’interno del nucleo famigliare, partendo da violenza fisica passando per quella verbale, dalle minacce allo stalking. I reati non accennano a diminuire e anzi, episodi come quello di ieri sera, ci ricordano, ogni volta, di quanto sia importante non soltanto continuare a parlarne, ma anche e soprattutto cercare quotidianamente strumenti per prevenire queste gravissime situazioni.

Cultura, istruzione, educazione alla parità di genere devono essere i pilastri di ogni discorso legato al femminicidio e forme di disincentivi come pene più stringenti e certezza in termini di tempi e condanne devono incorniciare un’operazione che deve saper coinvolgere sempre più persone, enti, associazioni ed istituzioni per fare squadra permettendo di affrontare in modo tangibile uno dei problemi più gravi della nostra società.

L’obiettivo deve essere quello di formare ed istruire le persone a riconoscere i primi segnali di violenza e prevenire il peggio; un sistema che deve essere affiancato da un pronto intervento in ottica preventiva.

Questa piaga di cui dobbiamo vergognarci va debellata e soprattutto noi uomini abbiamo il dovere di farci carico delle nostre responsabilità e provare, in collaborazione con associazioni, realtà, enti ed istituzioni a battere questo triste fenomeno.”

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