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Cinema

La recensione

La favorita: bizzarra quanto mai geniale rappresentazione dei rapporti di potere al femminile

Il tema, gli intrighi alla corte inglese, non è nuovo ma il regista Yorgos Lanthimos è riuscito a dargli un tocco unico: straordinarie le interpretazioni di Olivia Colman ed Emma Stone.

Titolo: La favorita

Regia: Yorgos Lanthimos

Attori: Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz, Nicholas Hoult, Joe Alwyn, James Smith

Durata: 120 minuti

Giudizio: ****

Programmazione: UCI Cinemas Orio

Nonostante porti ancora i segni da “sacrificio del cervo sacro”, mi è stato impossibile non cedere al fascino sublime del cinema di Yorgos Lanthimos. Sublime, nel senso più puro del termine: qualcosa che affascina, ma allo stesso tempo incute timore; crea un certo disturbo, ma non si riesce a smettere di guardarlo. Tuttavia, con “La favorita” il regista esce dal mondo metafisico dell’inspiegabile, al limite con il magico, che caratterizza i suoi lavori precedenti, per entrare in una cornice storico/politica ben specifica.

Siamo nel 1700 alla corte della regina Anna, ultima erede Stuart sul trono inglese. La regina, interpretata dalla candidata al premio Oscar Olivia Colman, è una persona estremamente fragile, fisicamente e psicologicamente. Soffre di forti attacchi di gotta, che la costringono a stare a letto o, nei giorni buoni, a muoversi in sedia a rotelle o con le stampelle. Alterna a momenti di estrema euforia, momenti di straziante sofferenza. E alla sua debolezza fisica, segue una debolezza d’animo che la rende irrimediabilmente soggetta al volere delle persone che ha più vicine. Tra queste, quella che la tiene in pugno più di chiunque altro è Lady Sarah Marlborough, moglie di un alto ufficiale dell’esercito inglese. Sarah, cresciuta a corte insieme alla regina, esercita un enorme ascendente su di lei e, come un’abile burattinaia, sa quali fili tirare per far sì che questa, nonostante sia favorevole alla pace, continui la guerra contro la Francia, a costo di raddoppiare le tasse dei cittadini inglesi.

Dunque, Sarah riesce a governare indisturbata il paese, nascosta dietro le cagionevoli spalle della regina, fino al momento in cui a corte arriva Abigail Masham: cugina della stessa Sarah, caduta in disgrazia sotto terribili circostanze. Il padre l’ha persa a carte quando aveva appena 15 anni, condannandola a passare da un padrone all’altro per sopravvivere. Sarah, solitamente inamovibile, con un atto di fede la assume come sguattera. Abigail (interpretata dalla fenomenale Emma Stone), a prima vista così innocente, proprio a causa di tutti gli abusi e soprusi che ha dovuto sopportare per arrivare fino a lì, ben presto intuisce quali sono le regole del gioco di corte, e le fa sue. Riuscendo a farsi assumere da Sarah come dama di compagnia, si avvicina sempre di più alle dinamiche che regolano i rapporti con la regina e, piano piano, con un’astuzia quasi diabolica, riesce a scansare la favorita dal suo prezioso trono. Sarah, furiosa di essersi allevata una serpe in seno, tenta di distogliere la regina dalle attenzioni della giovane Abigail ma questa, debole alla carne, non riesce più a farne a meno.

Ed è così che si instaura un vero e proprio triangolo del potere, in cui Abigail e Sarah, ben consapevoli di quali siano i punti deboli di Anna, escogitano ogni sorta di bassezze pur di ottenere il ruolo di favorita. Alla fine, la cosa triste è che la sete di controllo riuscirà a soffocare anche quello che forse, in fondo in fondo, era un sentimento di affetto sincero.

Di film sugli intrighi alla corte inglese se ne sono visti a centinaia prima d’ora, ma certamente mai uno come questo. Yorgos Lanthimos è riuscito a deviare dai binari estremamente rigidi della Storia con uno stile unico fatto di battute scanzonate, scorrette, sconce, ma soprattutto esilaranti, che prendono lo spettatore in contropiede. Mette in risalto, in modo spietato e privo di manierismi, la superficialità crudele di un mondo fatto di parrucconi e cerone, sessista e patriarcale, in cui le donne, per aspirare a un briciolo di potere, sono costrette ad avere denti più affilati di quelli degli uomini.

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