Grande paura per Giuseppe Signori. L’ex calciatore bergamasco, vicecampione del mondo a Usa ’94, ha rischiato di perdere la vita a causa di un’embolia polmonare che lo ha colpito nei giorni scorsi.
Cinquantuno anni il prossimo 17 febbraio, un passato da attaccante con le maglie di Foggia, Bologna e Lazio, ha raccontato in un’intervista al “Resto del Carlino” la propria disavventura che lo ha costretto a cinque giorni di ricovero in terapia intensiva all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna: “Mi sentivo la tachicardia e poi ero affaticato, non stavo bene. Da sportivo ho capito che c’era qualcosa che non andava, soprattutto perché non ho mai avuto problemi”.
Così si è rivolto al professor Lima: “Un amico – spiega Signori -. Mi ha fatto fare i primi esami, ha capito che non c’era tempo da perdere e a sua volta mi ha indirizzato al professor Nava“.
Negli ambulatori della pneumologia si è compreso che aveva un’embolia polmonare. “Il cuore faceva 160 battiti al minuto, quando uno sportivo è attorno ai 50 – prosegue Signori -. Insomma, ero a rischio di infarto. E dalla visita sono finito direttamente nella terapia intensiva cardiologica, dove sono rimasto cinque giorni”.
All’uscita dall’ospedale, l’ex fuoriclasse ha ringraziato su Facebook i medici che lo hanno seguito, ma ha anche preso un’importante decisione, quella di smettere di fumare: “Quando sono entrato in ospedale ho dovuto smettere, però, uscito dal Sant’Orsola, ho fatto una prova che è andata male – confessa Signori -. Ho acceso una sigaretta, ma subito ho sentito un po’ di tachicardia e quindi, dopo questa prova, posso dire che ho smesso di fumare”.
commenta