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Il caso

“Sfruttamento e servizi al minimo”, quelle coop siciliane che vincevano i bandi in Bergamasca

Raffica di arresti tra Gela e Catania e otto società sequestrate. A Sorisole, una ha l'appalto per l'assistenza e il trasporto scolastico dei disabili. La Cgil al Comune: "Dipendenti non pagati, servizi a rischio"

Sul giro d’affari delle Cooperative sociali Progetto Vita e Alba, giunto fino in Bergamasca, la Cgil aveva messo gli occhi da tempo. Ancora prima che il presidente Pietro Marino Biondi, 62 anni – soprannominato “Il re delle cooperative” – finisse in carcere lo scorso 11 dicembre.

L’inchiesta

È stata la sinergia tra la Procura di Catania e quella di Gela a svelare un presunto sistema criminale attorno a cooperative e associazioni impegnate nell’attività socio-assistenziale di migranti minori non accompagnati, persone diversamente abili ed anziani. Lo scopo – secondo gli inquirenti – era uno solo: massimizzare profitti economici da reinvestire in altre lucrose attività imprenditoriali.

In totale sono otto le associazioni e cooperative finite nel mirino dei pubblici ministeri delle Procure siciliane. Dodici le persone in manette. I reati contestati a vario titolo vanno dalla corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio alla frode nelle pubbliche forniture, dall’estorsione ai maltrattamenti. Con tutto ciò che ne può conseguire per le amministrazioni che hanno appaltato servizi alle cooperative sotto sequestro. E – fattore non da trascurare – anche per chi ne deve usufruire: dall’assistenza scolastica ai disabili si va all’assistenza domiciliare degli anziani.

In questo contesto non fa eccezione la Bergamasca, dove la cooperativa Progetto Vita era riuscita ad accaparrarsi diverse commesse nel corso degli anni.

L’allarme della Cgil

“Forse per allontanare i sospetti, la coop ha spostato la sede legale a Sondrio, pur mantenendo di fatto la Direzione operativa a Catania e operando attraverso il metodo dei ribassi al di sotto dei costi reali dei servizi – si legge in una nota diffusa dalla Cgil dopo l’arresto di Pietro Biondi -. Quando sono cominciati a sorgere i problemi con il personale per diverse e reiterate irregolarità nell’applicazione del contratto di lavoro, ha iniziato a spostare diverse attività sulla Cooperativa Alba, utilizzandola di fatto come prestanome e cercando così di recuperare credibilità”, è la ricostruzione del sindacato.

“In passato la cooperativa aveva ottenuto appalti ad Almè, Caravaggio, Osio Sotto, Romano di Lombardia e Sorisole – specifica Roberto Rossi, segretario provinciale Cgil per la Funzione pubblica -. Eravamo al corrente della situazione. Il nostro impegno è stato quello di intervenire sulle gare al massimo ribasso, avvisando per tempo i Comuni”.

Ora il caso tiene banco proprio a Sorisole, dove la Cooperativa Alba si occupa dell’assistenza e del trasporto scolastico dei disabili. Lunedì 7 gennaio, all’indirizzo di Posta Elettronica Certificata del Comune, è arrivata una lettera dalla Cgil Bergamo che a fine dicembre ha incontrato i dipendenti – una quindicina in tutto – per fare il punto della situazione. La lettera è stata inoltrata anche al curatore della coop, a cui è demandato l’esercizio provvisorio dell’impresa.

“Già dalla scorsa estate – si legge – abbiamo segnalato inadempienze da parte della Cooperativa Alba, sia alla cooperativa stessa che al Comune committente. Attualmente, la situazione più impellente riguarda l’assenza di retribuzione di base alle dipendenti della Cooperativa”, a partire da ottobre 2018. “Sappiamo – prosegue la lettera – che alcune delle lavoratrici hanno già provveduto alla messa in mora della Cooperativa per il pagamento delle retribuzioni mancanti, per procedere poi al licenziamento per giusta causa in caso non vi fosse l’adempienza al pagamento. Poiché il servizio in questione risulta particolarmente delicato per il tipo di utenza, auspichiamo che sia possibile procedere all’erogazione di quanto dovuto in breve tempo, per la salvaguardia del servizio stesso”.

Il commento del sindaco

“Purtroppo navighiamo a vista – ammette Stefano Vivi, primo cittadino di Sorisole -. O risolviamo il rapporto in essere e rifacciamo il bando, oppure se il curatore ci assicura che è in grado di fare fronte ai pagamenti possiamo continuare il rapporto almeno fino a giugno. Per adesso i servizi sono garantiti, ma dobbiamo avere risposte in tempi brevi”.

Nel 2012, sempre a Sorisole, tre lavoratrici aprirono una vertenza contro la coop dopo aver fatto esaminare le proprie retribuzioni, considerate troppo basse rispetto al dovuto. Vennero immediatamente licenziate (leggi qui).

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