Il laboratorio dei disturbi del sonno è l’ultima novità di Habilita Ospedale Faccanoni di Sarnico.
“Il sonno è il piacere più importante” recita una famosa pubblicità, ma come possiamo sapere se il nostro sonno è davvero un piacere ristoratore?
Per capire di cosa stiamo parlando abbiamo sentito il direttore sanitario dell’istituto clinico “Questo progetto – spiega il dottor Giovanni Taveggia – si rivolge a pazienti che hanno disturbi del sonno non ancora diagnosticati e che rischiano conseguenze gravi sul lungo periodo. Nello specifico è dimostrato che una scadente qualità del sonno predispone l’insorgenza di patologie vascolari (Ictus ed Infarto del miocardio), diabete mellito, obesità ed ipertensione arteriosa.Il metodo che applichiamo è sostanzialmente clinico con una preliminare anamnesi comportamentale, che consente di individuare i soggetti a rischio di scadente salute del sonno. La diagnosi certa però richiede un esame polisonnografico che rileva parametri specifici durante il riposo notturno”.
E dopo la diagnosi come si procede?
Continua il dottor Taveggia: “La diagnosi è fondamentale ma poi dobbiamo agire con fatti concreti per ridurre il rischio, la terapia prevede la collaborazione di diverse figure professionali che decidono con il paziente un percorso di trattamento per ristabilire una buona salute del sonno. Siccome le cause di una scadente salute del sonno possono essere molteplici dobbiamo pensare ad una squadra di professionisti che intervengano sul paziente in modo sinergico, non esiste quindi un unico medico in grado di risolvere tutto da solo. Il medici coinvolti sono internisti-endocrinologi, neurologi e fisiatri con il compito di diagnosticare le cause del “sonno cattivo” e di procedere all’alleanza terapeutica con il paziente proponendo soluzioni possibili in base alla necessità particolari di ogni persona”.
Come interagiscono nel team multidisciplinare le figure dello psicologo, del nutrizionista e del fisioterapista per la salute del sonno?
Introduce l’argomento la dottoressa Francesca Vavassori, specialista in endocrinologia: “La discesa in campo dello psicologo è fondamentale per il controllo dello stress e dei comportamenti anomali nelle persone con stili di vita non salutari. Così come il nutrizionista suggerisce la qualità e la quantità di nutrienti necessari a vivere bene, il fisioterapista ha il preciso compito di riabituale il paziente al benessere fisico e mentale mediante esercizi terapeutici, propedeutici alla ripresa di fasi armoniose del sonno”.
“I disturbi del sonno – spiega la psicologa Paola Colombo – presentano una categoria molto eterogenea di problemi che abbracciano diversi ambiti della medicina, possono essere legate a condizioni neurologiche, psichiatriche, ma anche internistiche, metaboliche e respiratorie e quindi è molto importante il lavoro di un’equipe multidisciplinare. Il sonno è legato ad aspetti fisiologici e psicologici che sono influenzati da variabili di natura ambientale, emotiva, cognitiva e comportamentale e lo psicologo si occupa della terapia non farmacologica dei disturbi del sonno, che nel nostro ambulatorio si concretizza nella terapia cognitivo-comportamentale, che è una terapia scientificamente provata, in grado di garantire i risultati efficaci nell’arco di pochi mesi”.
Quali sono i vantaggi che derivano da una buona qualità del sonno?
“Chi cura l’igiene del proprio sonno – prosegue la psicologa Colombo – può sicuramente ottenere un miglioramento generale nella qualità della vita in termini di minor sonnolenza diurna, maggiori abilità di attenzione e di concentrazione, miglioramento in generale della performance cognitiva e notevole riduzione dello stress”.
Quali possono essere i sintomi caratteristici di un’alterata qualità del sonno?
“Il sintomo più comune è la comparsa del sonno di giorno – prosegue l’endocrinologa Vavassori – e senso di fatica eccessiva. Ci sono molte persone affette da diabete, da patologie della tiroidee, del sistema cardio-circolatorio e respiratorio che possiedono una ridotta tolleranza allo sforzo fisico e si affaticano facilmente dopo attività fisica. Il vantaggio di fare riferimento a una struttura come l’Ospedale di Sarnico è quella di far emergere il problema prima che si manifestino le conseguenze più eclatanti e pericolose, agiamo quindi sulla prevenzione del rischio più che sui danni secondari”.
Vengono fatti degli esami specifici per accertare che non ci siano determinati problemi?
“La nostra équipe – spiega la dottoressa Liala De Armas, neurologa – utilizza per la diagnosi la polisonnografia, uno strumento che permette di studiare parametri di attività cardio respiratoria e cerebrale per documentare alterazioni della fisiologia del sonno durante il riposo notturno.Il russamento e le apnee notturne sono esempi dei disturbi del sonno che riducono drasticamente la qualità e la quantità di sonno ristoratore ed inducono un calo dell’attenzione e colpi di sonno diurni. Nei casi lievi possiamo intervenire riducendo il peso corporeo modificando gli stili di vita sedentari e le abitudini alimentari sbagliate, mentre nei casi medio-gravi la scelta di elezione consiste nella ventilazione assistita notturna”.
In cosa consiste la procedura?
“La procedura tecnica – spiega Marzia Catanese, neurofisiopatologa – consiste nel caricare in macchina i dati anagrafici ed antropometrici del paziente, compresi il peso e l’altezza, e nella registrazione automatica di parametri correlati al sonno durante una notte intera di monitoraggio. I segnali elettrici di cuore e cervello, oltre agli atti respiratori e la saturazione di ossigeno del paziente vengono rilevati da sensori appoggiati sulla pelle. I dati vengono memorizzati sulla flashcard all’interno della macchina e consultati per la refertazione dal medico il giorno successivo. Si tratta di un esame molto semplice e non invasivo, il paziente dorme in struttura e il mattino seguente al risveglio vengono scollegati i cavi e il medico guarderà il tracciato e referterà l’esame per vedere se ci sono delle anomalie dei segnali. Non ci sono assolutamente controindicazioni all’esame e i dati registrati possono essere confrontati dopo la terapia per verificarne l’efficacia e i risultati ottenuti del trattamento”.
In Habilita dopo quasi 20 anni di riabilitazione di patologie croniche con esiti disabilitanti e di presa in carico dei pazienti con danni irreversibili, si è voluto dare inizio ad una nuova epoca di prevenzione rivolta alla popolazione più esposta in termini di rischio alla disabilità permanente.
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