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Il commento

Caso mensa, commissariato il Comune di Cenate Sotto: “È finita nel ridicolo”

L'ex consigliere Saponaro: "Una resa dei conti non da film western, ma da filmetto alla Alvaro Vitali, la solita Italietta"

Il caso dei bimbi non residenti in paese esclusi dalla mensa scolastica ha scatenato un polverone a Cenate Sotto. Sabato 22 dicembre la maggioranza, escluso il consigliere Antonello Gabbiadini, ha tolto la fiducia al sindaco Giosuè Berbenni. Il Comune è stato di conseguenza commissariato, come confermato dalla comunicazione ufficiale del Prefetto:

Il 22 dicembre sette dei dodici componenti del consiglio comunale di Cenate Sotto hanno presentato personalmente e contestualmente al protocollo del Comune le dimissioni dalla carica. Ricorrendone i presupposti di legge è stata avviata la procedura per lo scioglimento del Consiglio comunale dell’Ente, che sarà disposto con decreto del Presidente della Repubblica.

Per assicurare il regolare funzionamento dell’Amministrazione locale fino al rinnovo degli organi statutari previsti per la primavera del 2019, è stato sospeso il consiglio comunale di Cenate Sotto ed è stato nominato quale commissario incaricato della provvisoria gestione dell’Ente il viceprefetto in quiescenza dott. Alfredo Nappi, al quale, per legge, sono conferiti i poteri del Sindaco, della Giunta e del Consiglio comunale.

Sul caso è intervenuto Matteo Saponaro, con una lettera al nostro giornale:

“Mi permetto di intervenire sulla crisi al comune di Cenate sotto, dopo averci dedicato dieci anni come consigliere comunale e capogruppo di Minoranza pur non essendo più residente da qualche anno.

Due pensieri dopo il Consiglio Comunale:

1) finisce dopo tre anni l’equivoco di una maggioranza con un sindaco, Giosuè Berbenni e un capo padrone Gianluigi Belotti;

2) finisce nel ridicolo, per l’accesso alla mensa di pochi bambini, senza costi per il Comune, e dopo che la scuola aveva già risolto il problema.

Una resa dei conti non da film western, ma da filmetto alla Alvaro Vitali, la solita Italietta. Il capo politico non dice nulla in Consiglio Comunale, ma a casa sua decide di far cadere l’Amministrazione Comunale.

Caro Gianlugi non fare il furbo. Hai messo in crisi un paese per una prova di forza, adesso ti candidi e ci vieni a spiegare in campagna elettorale le tue ragioni. La fuga sarebbe non solo da vigliacchi, ma da irresponsabili”.

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