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Politica

Manovra, le bergamasche Gallone e Carnevali: “Irresponsabile e ingiusta”

La senatrice di Forza Italia: "Con l'Iva al 26,5% torneremo al baratto". L'onorevole dem: "Terzo Settore, raddoppia l’Ires. Serve un ripensamento"

“Oggi in quest’Aula discutiamo su un testo che non c’è, di una manovra di bilancio e del bilancio dello Stato che, alla luce del metodo con cui è stata costruita, fa coriandoli del nostro sistema democratico”. Non usa mezzi termini la senatrice bergamasca Alessandra Gallone (FI): “Oggi – continua – facciamo polpette e ci mangiamo settanta anni di storia democratica di questo Paese. Per la prima volta, infatti, il Governo presenta la sua manovra senza passare per il Parlamento. Una totale mancanza di rispetto delle procedure che sono la base essenziale in democrazia”.

Una manovra che la senatrice bergamasca definisce “irresponsabile e incosciente. La quale, per soddisfare male le promesse elettorali di due movimenti distinti e distanti, con obiettivi politici distinti e distanti – il reddito di cittadinanza da una parte e quota 100 dall’altra – ipoteca il futuro del nostro Paese, ipoteca il futuro dei nostri figli. La situazione è talmente assurda che, per realizzare un reddito di cittadinanza risicato e una quota 100 che disincentiva il pensionamento, si sono dovute mettere clausole di salvaguardia per 23 miliardi per il 2020 e per 29 miliardi per il 2021. E questo ha un unico significato per il futuro del Paese: non ci sarà più flessibilità; non si potrà fare più niente, gli indirizzi e le scelte politiche saranno inibite. Con la spada di Damocle dell’IVA al 26,5 per cento nel 2021 torneremo al baratto”.

“La ‘manovra del popolo’ è ben lontana dai bisogni di chi aiuta i più deboli e, conseguente, è ben lontana dai più deboli – il commento dell’onorevole Elena Carnevali, dell’ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera -. Nella nuova legge di bilancio in approvazione viene infatti soppressa l’agevolazione fiscale prevista fino ad oggi per gli enti del Terzo Settore, agevolazione che consisteva nella riduzione del 50 per cento dell’Ires. Ciò provocherà per questi soggetti giuridici un raddoppio del carico tributario nel 2019 (l’aliquota salirà dal 12 al 24 per cento per gli enti non commerciali). Gli enti no profit vedranno così un aumento consistente dei costi.

Secondo Elena Carnevali, si tratta di “una misura profondamente ingiusta, che va a penalizzare centinaia di realtà che svolgono un servizio preziosissimo per la popolazione più debole del paese occupandosi di assistenza sociosanitaria, beneficienza, ma anche istruzione, educazione e formazione”.

Secondo la Portavoce del Forum nazionale del Terzo Settore Claudia Fiaschi il prezzo complessivo da pagare solo per il primo anno sarà di 118 milioni di euro. “Anche a Bergamo, territorio storicamente in prima linea attraverso decine di associazioni e onlus nell’aiuto concreto a poveri, ammalati ed emarginati, le ricadute negative potrebbero essere notevoli – avverte Carnevali -. Il mondo del no profit merita ben altro trattamento: serve un immediato ripensamento da parte del governo e della maggioranza, sarebbe una follia colpire in questo modo gli enti del Terzo Settore e il loro prezioso lavoro sul territorio”.

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