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Argentina, assolti i violentatori di una ragazzina di 16 anni

Sono migliaia le donne che sono scese in strada chiedendo giustizia per Lucia

Si chiamava Lucia Perez e aveva solo 16 anni. Inizia così una storia tragica, di dolore e sofferenza che negli ultimi giorni ha sconvolto un intero paese, l’Argentina. Era l’8 ottobre del 2016 quando Lucia viene lasciata vicino all’ospedale di Mar Plata, a pochi chilometri da Buenos Aires, in condizioni di estrema gravità, tanto che morirà poco dopo i tentativi dei medici di rianimarla. Sarà l’esame medico a rivelare la verità, affermando che la giovane ragazza è stata stuprata brutalmente con l’utilizzo di un oggetto contundente che ne ha causato la morte. Le dinamiche sarebbero quindi le seguenti: Lucia Perez sarebbe stata drogata, stuprata ed impalata.

Per la vicenda vennero trovati tre uomini accusati di omicidio: due spacciatori di 23 e 41 anni, ed un terzo uomo accusato di favoreggiamento ed occultamento di cadavere. Se è stato difficile per tutti i cittadini argentini credere che tanta brutalità potesse avvenire nei confronti di una ragazza di 16 anni, ancora più difficile è stato credere alla sentenza dei giudici di pochi giorni fa, i quali hanno assolto i tre imputati dall’accusa di omicidio, perché, secondo i giudici, la ragazza era una giovane con problemi di tossicodipendenza e sarebbe stata favorevole al rapporto sadomaso con i due spacciatori. L’unica colpevole della morte di Lucia Perez sarebbe quindi, secondo la visione del tribunale, la stessa ragazza.

Mercoledì 5 dicembre, in Argentina, le donne hanno deciso di scioperare per mostrare la rabbia nei confronti di questa assurda sentenza, e così migliaia di donne sono scese in strada chiedendo giustizia per Lucia, l’ammissione dell’accusa di omicidio e femminicidio e la destituzione dei giudici del processo per contrastare un processo con fondamenta patriarcali. Ora tutti in Argentina urlano “Ni una menos”, sconvolti dalla doppia morte di Lucia, uccisa e seviziata una prima volta dai suoi aguzzini ed uccisa una seconda volta dallo Stato argentino.

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