• Abbonati

Arte

La mostra

“La disciplina e il sogno”: Bergamo omaggia Luigi Ravasio

L’esposizione, presentata a pochi mesi dalla scomparsa dell’artista bergamasco, mette in fila un corpus di opere che rappresentano in maniera esaustiva i temi e la poetica dell’autore.

La disciplina e il sogno”, quale miglior titolo per la mostra di Luigi Ravasio allestita al Centro San Bartolomeo di Bergamo fino al 16 dicembre? L’esposizione, presentata a pochi mesi dalla scomparsa dell’artista bergamasco, mette in fila un corpus di opere che rappresentano in maniera esaustiva i temi e la poetica dell’autore. Una poetica inconfondibile, rimasta coerente negli anni, alla ricerca costante di una “realtà pura” al di là della componente soggettiva e dei dettagli descrittivi della visione.

L’astrattismo geometrico di Ravasio, che punta a una sintesi delle arti con incursioni nel design, nella grafica, nell’architettura, nella musica, nella matematica, è figlio sia del clima e del gusto artistico che l’artista respira in famiglia fin da piccolo (tipografia, calligrafia, illustrazione, editoria sono settori d’impiego dei suoi fratelli e congiunti) sia di una certa stagione milanese anni Cinquanta (l’artista si diploma a Brera nel 1952) che assume l’arte come modello progettuale in senso positivistico.

Il risultato sono opere palpitanti di colore, dove nulla sta fermo e ogni linea si muove guizzando o persegue un’orbita che le è connaturata, secondo le leggi di una fisica quantistica tradotta sulla tela sotto forma di materia, vibrazione, energia, luce, colore. Nel segno, però, della tensione lirica, non della fredda esplorazione algoritmica. Come ha sottolineato all’inaugurazione la critica Silvia Agliotti “il suo procedere è rigorosamente disciplinato e matematico, ma la sua arte ha una forte componente libera e interpretativa che l’artista sollecita e incoraggia nell’osservatore. La cura che Ravasio usa nei titoli determina un gioco sottile tra il significante e il significato dell’opera”.

Luigi Ravasio nasce nel 1930 a Bergamo, dove ha vissuto e mantenuto lo studio in città alta, ma i numerosi viaggi in Italia e all’estero lo avvicinano ai maestri spirituali internazionali in cui si è più riconosciuto: Mondrian, Calder, Albers, Escher, i Costruttivisti russi. Sarà il gallerista Alberto Fumagalli nel 1975 a scoprirlo e promuoverlo offrendogli negli anni numerose importanti occasioni espositive.

Ma forse più di ogni altro in Bergamo è stato il poeta e intellettuale Pasquale Emanuele a entrare in vera sintonia con la sua ricerca dagli straordinari “accordi compositivi dal ritmo antagonista e assonante”. Parlando del linguaggio formale e cromatico di Ravasio, il poeta della scienza Emanuele evidenzia “l’esattezza del suo lessico ragionato come un teorema intorno alla descrizione di un spazio finito e di uno spazio infinito”. Ed è vero che i suoi quadri, scanditi da spirali, curve, lamine, anelli, nastri, dimostrano a un’attenta analisi una complessità che smentisce la loro apparente semplicità e che suscita in chi guarda l’interesse di scoprire. Al piacere della scoperta contribuiscono i progetti di lavoro dell’artista che sono eccezionalmente esposti al pubblico.

La selezione di opere in mostra, dagli anni Ottanta al 2018, illustra la maestria di Ravasio nell’impaginare composizioni di ritmica partitura geometrica dal potere allusivo e dal respiro poetico. Le sue tele policrome e ipnotiche, che scartano in continuazione dalla bi alla tridimensione, sono una vera e propria traduzione in forma “tangibile” di principi matematici e musicali. E infatti la musica, o meglio l’intero mondo dei suoni, è il leit-motiv della sintassi pittorica di Luigi Ravasio. Il concerto inaugurale della mostra, interpretato dagli ottimi Cesare Zanetti al violino e Daniela Ferrati al pianoforte, ha voluto sottolineare con un’originale selezione di brani proprio il legame inscindibile tra le arti che è connaturato alla poetica di Ravasio.

La mostra al Centro San Bartolomeo è l’omaggio a un artista coraggioso e tenace che partendo dall’esperienza concretista del MAC milanese si è tenuto ai propri assunti di ricerca riuscendo a conferire sentimento e afflato spirituale a opere costruite sui postulati della scienza.

La mostra è aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 12, dalle 16 alle 19. Il lunedì su appuntamento telefonando al numero 3497822832

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI