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“Scommettiamo che non resisti senza Instagram”: la sfida social della 16enne Anna

"Siamo ormai talmente schiavi di questa tecnologia che pensare di eliminarla è più folle che esserne dipendente". Ma si può cambiare. E la nostra Anna vuole lanciare una sfida ai suoi coetanei

Mi capita spesso, purtroppo, di messaggiare su Instagram con persone che quando casualmente incontro, evitano una conversazione. Scoprendo di non essere l’unica vittima di questo ridicolo comportamento, decido una mattina di cancellare il social, perché stanca di questa falsa comunicazione, che ruba tempo alle vere relazioni.

Scopro così mancarmi un passatempo abituale che occupa con la navigazione 10 minuti in macchina, un’ora sul pullman o due sul divano. Privandomi della rete, mi ritrovo partecipe del mondo in modo diverso da prima, senza la convinzione che esista un posto dove tutto è a portata di ricerca, come Instagram. Per obbligo o necessità, mi ritrovo faccia a faccia con sconosciuti che incontro per strada, con la voglia di regalare un buongiorno in più la mattina, fare due parole sul un pullman, o innescare discussioni con le amiche.

Certo questo atteggiamento disponibile e aperto richiede uno sforzo, perché cancellare Instagram per isolarsi con gli auricolari o Facebook non elimina la sfida da affrontare: staccarsi dal virtuale per allacciarsi al reale. Mi imbatto così in una dimensione viva, io entro in contatto con l’esterno ed esso mi risponde, suscita emozioni. I colori delle case risplendono, il vento porta il profumo dei fiori, sull’anonimo cespuglio sotto casa noto una farfalla dai colori incantevoli.

Non è semplice iniziare la terapia antisocial, studiando a casa il pomeriggio, senza alcun aggiornamento sulle azioni dei conoscenti al di fuori delle quattro mura. Si scoprono molte cose infatti tramite le storie, che attraverso lo schermo, rivelano ciò che nessuno ha mai voglia di dire a voce. Avverto un senso di isolamento drastico, perché gli adolescenti vivono connessi al loro profilo, quindi non condividono la situazione di chi esiste solo a tre dimensioni, che si ritrova da solo mentre tutti parlano al telefono.
I social illudono facilmente gli iscritti di partecipare a una comunità, perché si ricevono informazioni di tante persone che sembrano esserci vicine, e per colpa di questa sensazione, si ritiene scontato chi veramente ci vuole bene.

Instagram offre un’alternativa alla verità, dove ognuno può crearsi una seconda identità, rivelata solo attraverso l’apparenza, e l’immagine artificiale che si vuole dare di sé, trascurando ciò che riflette lo specchio senza filtri. Eliminata questa dimensione astratta, ci si ritrova con i singoli oggetti presenti nella propria stanza, senza fughe virtuali che aprono una serie infinita di finestre di ricerca. Non avendo scappatoie dalla realtà, spolvero libri che non sapevo di avere, conosco nuovi tipi di musica, ballo in casa da sola, trovo tempo per cogliere ogni opportunità circostante perché non ho soluzioni immediate alla fine delle dita. Esisto solo io e il mondo.

L’iniziale mancanza di condivisione avvertita nell’astinenza da internet, mi permette di render più profondi e coinvolgenti le relazioni quotidiane, perché l’unica occasione per parlare con qualcuno è di persona, non dal cellulare. Qualsiasi possibilità di incontro è unica: non posso cercare la persona tra i follower, devo letteralmente vederla senza ripari virtuali.
Le persone intorno a me non sono estranei, sono più vicine di quei tanti nickname che piace seguire senza conoscere.

Se tutti imparassimo a vivere senza social, oltre a compiere la rivoluzione del secolo, torneremmo più felici e umani. Le piazze delle città sarebbero affollate, i bar pieni di gente, le strade assordanti per le voci che scambiano pensieri rumorosi, perché l’unico incontro sarebbe tra i cuori. Le parole hanno bisogno del tono di chi le pronuncia, un clic sulla tastiera non gli rende giustizia.
Siamo ormai talmente schiavi di questa tecnologia che pensare di eliminarla è più folle che esserne dipendente. Non bisogna avere quindi la pretesa di cambiare il mondo nell’attuale fase di sviluppo tecnologico, ma limitare gli effetti negativi tipici di un approccio sbagliato a questo strumento.

È bello rimanere in contatto con centinaia di persone, ma i seguaci non ci prendono per mano quando cadiamo, al massimo immortalano la scena. Serve ridare la giusta importanza a ciò che è reale, e riconoscere l’illusione che portano i social. Come? Cancellando Instagram, provandosi a tuffare nella vita senza salvagente, introdotto solo da pochi anni, ma diventato irrinunciabile.
Chi non resiste al mare aperto, e ha bisogno di navigare in internet, si ricordi almeno di guardare più spesso gli occhi degli amici, illuminano meglio delle notifiche.

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