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Ance bergamo

“Gravi rischi per l’edilizia col decreto che cancella la possibilità di dedurre gli interessi passivi

La nuova disciplina introduce modifiche all’art. 96 del Testo unico delle imposte sui redditi, la presidente Pesenti: "Modificatela, colpirebbe ulteriormente l’industria immobiliare e delle costruzioni già ampiamente provate"

Ance Bergamo esprime profonda preoccupazione per il nuovo decreto che cancella la possibilità di dedurre integralmente gli interessi passivi sostenuti dalle società immobiliari per mutui contratti allo scopo di costruire edifici destinati alla locazione. La nuova disciplina – che dovrebbe essere pubblicata in questi giorni sulla Gazzetta Ufficiale – introduce modifiche all’art. 96 del Testo unico delle imposte sui redditi.

Una disciplina che colpirebbe ulteriormente l’industria immobiliare e delle costruzioni già ampiamente provate. “Si rischiano di vanificare gli effetti della timida ripresa – commenta la presidente di Ance Bergamo, Vanessa Pesenti -. Stiamo parlando di un settore fondamentale per l’economia e l’occupazione del Paese, dal momento che contribuisce al 18% del Pil. Dato ancora più significativo in Bergamasca, considerato che il settore delle costruzioni e quello immobiliare generano il 21% del valore aggiunto. In pratica con il decreto la minore deducibilità degli interessi passivi impatterà pesantemente sul mercato delle locazioni di immobili, siano questi ad uso uffici, commerciali o con altre destinazioni d’uso, con un effetto negativo, in ultima istanza, anche per le imprese affittuarie.

La limitazione alla deducibilità genererebbe un incremento della tassazione per le società immobiliari stimabile in almeno 5-6 punti percentuali da aggiungere all’aliquota Ires del 24%. Tale aggravio si aggiungerebbe all’indeducibilità degli interessi passivi ai fini Irap previsto dall’attuale normativa e al rilevante peso dell’IMU che già gravano sugli investitori immobiliari, mettendo a dura prova la pianificazione di ulteriori investimenti di sviluppo che, a sua volta, in particolare per le imprese del sistema Ance, pregiudica strutturalmente la futura domanda di costruzioni, rischiando di deprimere così l’intero comparto.

“Chiediamo che il decreto venga modificato tempestivamente – continua Pesenti -. C’è il rischio di abbattere i valori degli immobili esistenti e, rispetto ai piani annunciati di cessione di parti rilevanti del patrimonio immobiliare pubblico, la conseguenza è quella di allontanare ancora di più gli investitori internazionali, già penalizzati da un quadro di fiscalità incerta. Investitori che in questo momento stanno invece guardando con interesse alla nostra provincia, grazie anche a quelle iniziative che Ance Bergamo ha avviato, sostenendo il confronto continuo tra costruttori, operatori del settore immobiliare, enti e fondi nazionali e internazionali per facilitare il successo delle operazioni e, di riflesso, sostenere la crescita di tutto il territorio”.

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