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Il libro

“Le impronte del male”, l’indagine dell’omicidio di Borgo Palazzo nel 1859

Il delitto di Francesco Monticelli raccontato nel volume del giornalista bergamasco Fabio Paravisi

Quella lapide posta a metà di via Borgo Palazzo, ormai quasi oscurata da marciapiede e segnali stradali, porta un nome ai più sconosciuti: Francesco Monticelli. Eppure dietro quel ceppo si nasconde un intricato omicidio, il mediatore nella compravendita di terreni e bestiame ucciso nel 1869 da tre briganti che lo rapinarono di una manciata di lire.

Una vicenda che ha attirato l’attenzione di Fabio Paravisi, giornalista bergamasco de Il Corriere della Sera, che ha deciso di scriverci un libro. Una storia vera, un omicidio commesso in quella che all’epoca era una strada di campagna, in una domenica di nebbia, il 7 febbraio 1859. Un delitto che sembra non interessare a nessuno se non a una strana coppia di investigatori. A dispetto di molti e spinti da una forse inconsapevole voglia di riscatto, Fainella Nino, carabiniere, e Pagnocelli Defendente, guardia di pubblica Sicurezza, conducono fino in fondo la loro strampalata indagine.

Ambientato in una Bergamo postunitaria affollata di nobili e popolani, garibaldini e prostitute, feste in maschera e fuochi d’artificio, il romanzo è tutto racchiuso nei quattro giorni della settimana di Carnevale del 1869: una caccia serrata che, tra colpi di scena e guizzi di umorismo, si legge tutta d’un fiato e si conclude soltanto all’ultima riga.

“Sono partito da una storia vera – racconta Paravisi – , un piccolo delitto di 150 anni fa dimenticato da tutti e testimoniato da una piccola lapide rimasta ai bordi di via Borgo Palazzo, per raccontare, tra giallo e commedia, un’indagine ma anche la Bergamo dei primi anni dell’Unità d’Italia. Una Bergamo cui Città Alta era la zona più degradata, al posto del Sentierone c’era la Fiera e fra i borghi era ancora tutta campagna. Anche per raccontare le tante storie del passato tra le quali ogni giorno camminiamo senza rendercene conto.

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