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La proposta

“Ufficiali giudiziari e curatori fallimentari siano riconosciuti vittime del dovere”

I parlamentari bergamaschi della Lega Nord Simona Pergreffi e Daniele Belotti hanno presentato una proposta di legge finalizzata alla tutela di queste figure professionali, sempre più spesso esposte ad aggressioni.

Riconoscere “vittime del dovere” anche i consulenti tecnici di ufficio, gli ufficiali giudiziari ed i curatori fallimentari: è quanto previsto nella proposta di legge depositata dalla senatrice Simona Pergreffi ed il deputato Daniele Belotti. Scopo della proposta è garantire la tutela di queste figure professionali dal momento che queste sono spesso esposte ad aggressioni ad opera di una delle parti del processo o da parte dei destinatari di fallimenti o sfratti.

“Un fenomeno quello delle violenze ai loro danni – spiega la senatrice Simona Pergreffi – che si sta ripetendo con frequenza preoccupante, talune volte addirittura con risvolti drammatici come nel caso del geometra 44enne, padre di famiglia, assassinato a colpi da arma da fuoco lo scorso 9 novembre a Portacomaro, nell’astigiano, mentre stava eseguendo, per conto del Tribunale di Asti, un sopralluogo per la valutazione di un appartamento a seguito di una causa di pignoramento”.

“Il progetto di legge – dichiara il deputato Belotti – vuole garantire una doverosa garanzia assicurativa e legale ai consulenti dei tribunali e ai curatori fallimentari vittime di episodi di violenza durante lo svolgimento delle funzioni attribuite loro dagli organi giudiziari. Di fatto i Ctu vengono elevati con questo ddl a pubblici ufficiali. Per quanto riguarda invece gli ufficiali giudiziari si vuole parificarli, dal punto di vista della tutela, ai magistrati ordinari, vista la delicatezza e il rischio che comporta la loro attività”.

Si tratta di categorie che ad oggi non hanno alcuna tutela assicurativa se non quella privata. Per il loro operato, invece, sono esposti a diversi profili di responsabilità nell’adempimento del proprio mandato giurisdizionale: “Poiché il Ctu riveste una funzione molto delicata nel processo – continuano i parlamentari leghisti – tanto da definirlo una sorta di “occhiale” del giudice, è esposto a diversi profili di responsabilità.

La violazione da parte del Ctu dei compiti assegnati dal giudice o l’inesatta esecuzione dell’incarico conferito comportano l’incombenza di almeno tre fattispecie di responsabilità: la responsabilità disciplinare, quella penale e quella civile. Il disegno di legge interviene a modificare la Legge 266 del 2005 e il Dpr 243 del 7 luglio 2006 aggiungendo nell’elenco delle categorie riconosciute come “vittime del dovere” anche questi professionisti.

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