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A tutto Gasp: “Potevo andare in Inghilterra ma ora porto la Dea in Champions”

Il tecnico nerazzurro in prima pagina sulla Rosea: "La vera soddisfazione è vedere la gente di Bergamo in delirio"

A tutto Gasp. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, che nell’edizione di giovedì 15 novembre gli regala la prima pagina, il tecnico dell’Atalanta si è mostrato molto entusiasta per il momento dei nerazzurri e ha svelato alcune chicche sul suo passato.

A partire dalla possibilità di tornare in Europa il prossimo anno, e addirittura in Champions: “Noi quarti? Ci provo e vi dico che l’Inter butterà giù la Juve” è la bomba dell’allenatore, scelta anche con titolo scelto dalla rosea per la sua apertura. “Per ora cerchiamo conferme in un campionato equilibratissimo, a sud della Juve. La certezza dell’Europa è tanta roba, ma non firmerei. Per principio, mi piace sempre giocarmela. Non avrei firmato per un pareggio con l’Inter”.

“Io al Genoa ho fatto 70 punti, all’Atalanta 72. Mi piace vincere. Ma quello che conta di più è giocare bene. La vera soddisfazione è vedere la gente in delirio. La gioia dei tifosi dell’Atalanta domenica scorsa non ha prezzo. Io cerco queste emozioni. E poi così i giocatori crescono in autostima. Si convincono: posso farlo. Percassi? Ormai è un rito. Quando vinciamo, i giocatori sanno che il presidente scenderà subito in spogliatoio e annuncerà entusiasta il premio partita… Allora lo aspettano facendo una specie di ola: ooohh… E quando entra, esplode l’ovazione.

“Ilicic è un grande campione che a volte dimentica ciò che serve per esserlo. Se lo vuole, lo è. Ci siamo scontrati. Quando è tornato dalla Nazionale ha fatto l’incazzato, io pure. Ma sotto i miei modi burberi c’è affetto. Zapata? Se decolla lui, vola l’Atalanta. Ha sofferto il cambiamento, alla Samp era stato fermo a lungo. Sta recuperando forza, deve essere più cattivo in area”.

“Se mi chiamasse una big? Credo non mi lascerebbero andare e così avrei la scusa… Sto bene in Italia. Potevo allenare in Premier una squadra di non primissima fascia e so che avrei fatto bene, perché noi italiani tatticamente siamo più preparati. Non ho voluto. Il problema era vivere lì dal lunedì al sabato. Alla mia età sento ancora di più le radici”.

“Il fotomontaggio con la mano alla Mourinho? Io non ho rancore verso gli interisti e mi spiace che molti ce l’abbiano con me. Forse hanno interpretato la mia analisi come un attacco all’Inter, ma io dicevo soltanto che la società all’epoca non era strutturata per vincere, infatti ha faticato per anni. Solo ora ha messo le basi per costruire un futuro importante. Io dico che l’Inter, in prospettiva, è la squadra che butterà giù la Juve dal trono”.

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