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Dopo 30 anni

Bye bye Curno, Mediaworld si è trasferita a Verano Brianza

Inaugurata la nuova sede centrale di MediaWorld: primo Retail Lab digitale d’Italia, che integra quartier generale, negozio fisico ed ecommerce. Degli occupati a Curno: 150 dipendenti, circa, hanno rinunciato a fare la spola tra la bergamasca e Verano Brianza, mentre altri 300 hanno deciso di affrontare il trasferimento brianzolo.

Bye bye Bergamo. Ma è un addio più che un arrivederci. Dopo quasi trent’anni anni trascorsi a Curno (con uffici in via Lega Lombarda e via Fermi) Mediaworld ha spostato ufficialmente la sede centrale a Verano Brianza, nello stabile in cui sorge un negozio della catena. L’insegna specializzata nella distribuzione di prodotti di elettronica con 115 store in Italia, lunedì 12 novembre, con il tradizionale taglio del nastro alla presenza del sindaco di Verano Brianza, ha inaugurato il nuovo Headquarters italiano.

Di fatto Mediaworld ha salutato Bergamo già dal febbraio scorso, quando durante un’assemblea all’Uci Cinemas di Curno ha comunicato ai dipendenti la decisione di traferire la sede amministrativa.

Fino a 6 mesi fa il negozio di Verano Brianza era sviluppato su tre piani. La superficie di vendita è stata rimodulata solo al piano terra e i due piani superiori e il seminterrato si sono trasformati in uffici per tutte le operazioni di centrale della catena.

I nuovi spazi rappresentano un ibrido tra uffici direzionali e punto vendita, e seguono il concept per il quale il negozio si trasforma all’occorrenza in un campus-laboratorio ideato per la sperimentazione continua di nuovi criteri di allestimento, offerta e relazione con i clienti. Il tutto finalizzato a massimizzare la sintonia tra azienda e cliente, in linea con l’ottica sempre più customer-centrica che caratterizza la strategia di MediaWorld varata nel Transformation Plan che l’Azienda ha adottato a partire dal 2018.

Tracce del recente passato rimangono ancora sul sito web Mediaworld. Scorrendo tutta la pagina, in fondo, dove vengono indicati gli estremi dell’azienda, si legge: Mediamarket Spa con Socio Unico – Capitale sociale €2.000.000 i.v. Sede legale in via E. Fermi 4, 24035 Curno (BG) – P.I. 02630120166, C.C.I.A.A. Bergamo, R.E.A. 261503, Reg. Imp. 02180760965.

“Crediamo che l’integrazione tra gli uffici dell’azienda e il punto vendita – ha spiegato Guido Monferrini, amministratore delegato di MediaWorld Italia – che proponiamo nella sede di Verano Brianza sia un passo fondamentale per poter anticipare e guidare il cambiamento dell’offerta e continuare il nostro percorso di innovazione del settore in un’ottica omnicanale. Abbiamo avviato un ambizioso piano di ammodernamento della rete e l’idea di dedicare uno spazio alla sperimentazione di nuove offerte e nuove proposte, come il Retail Lab, si inserisce in questo senso all’interno della più ampia strategia che stiamo portando avanti come MediaWorld e che ci permette di competere al pari dei nuovi player di mercato, come le piattaforme online”.

Da quando è stato annunciato il trasloco i sindacati hanno a lungo tentato di far cambiare idea all’azienda. Quando si è capito che non ci sarebbe stata l’auspicata marcia indietro, molti dipendenti che non sarebbero riusciti ad affrontare il trasferimento brianzolo, rassegnando le dimissioni, hanno cercato un’altra occupazione. Bilancio finale: degli occupati a Curno, 150 dipendenti, circa, dovendo percorrere un centinaio di chilometri ogni giorno fra andata e ritorno hanno rinunciato a fare la spola tra la bergamasca e Verano Brianza, mentre altri 300 hanno deciso di affrontare il trasferimento brianzolo.

“Ci auguriamo – affermano Mario Colleoni e Nicholas Pezze, sindacalisti della Filcams Cgil che l’azienda non solo dia attuazione all’accordo stipulato a Bergamo, rispettando in primis quanto definito in materia di flessibilità in ingresso e in uscita, ma auspichiamo che rispetti quanto discusso in materia di smart working durante la trattativa, col fine di agevolare il rapporto vita privata lavoro per le tante lavoratrici e i tanti lavoratori che da Bergamo ogni giorno si recano da Bergamo a Verano, ma anche per coloro che da anni lavorano presso quel polo e che potrebbero avere benefici dai contenuti dell’accordo”.

L’intesa ratificata dalle parti, con le misure per limitare i disagi del trasferimento nella nuova sede, prevede: flessibilità in ingresso e uscita (è possibile arrivare al lavoro fra le 8.30 e le 9.30., recuperando il tempo al termine della giornata) per rendere più agevole raggiungere la nuova sede di lavoro a 50 chilometri di distanza da Curno; smart working (lavoro da casa che dovrebbe vedere coinvolte inizialmente dieci persone) e conciliazione tra vita privata e lavoro (l’azienda attraverso un’agenzia, si impegna a cercare un nuovo lavoro alle donne che, con contratti part time e figli sotto i 3 anni, dovessero decidere di lasciare consensualmente il lavoro).

Ci auguriamo che il rilancio descritto dai vertici Mediaworld – sottolinea Terry Vavassori, sindacalista della Fisascat-Cisl – riporti l’azienda a incrementare il fatturato, la salvaguardia dei posti di lavoro è per noi una priorità. È altrettanto prioritario, come più volte abbiamo detto, la qualità del lavoro stesso, i problemi e le difficoltà descritte allora sono tuttora presenti, la flessibilità in entrata a sicuramente mitigato il disagio, ma ovviamente non lo ha risolto, tant’è vero che nell’accordo vi è l’impegno dell’azienda a identificare un’organizzazione di lavoro prevedendo anche lo smart working, ad oggi purtroppo rimasto sulla carta. L’azienda ha descritto un’idea di impresa innovativa, attenta alle ai propri collaboratori e all’ambiente, crediamo che quel pezzo dell’accordo doveva essere una priorità. Da parte nostra chiederemo certamente un incontro al fine di sollecitare l’applicazione di questa modalità lavorativa che certamente sarà la vera risposta per la qualità della vita dei lavoratori e, perché no, anche dell’ambiente”. 

“In una fase di forte innovazione – concludono i sindacalisti – è necessario rendere l’innovazione progresso reale per le persone agevolando il lavoro e la vita di lavoratrici e lavoratori”.

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