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Il procuratore mapelli

“Bergamaschi più onesti col fisco? Di certo più ricchi, ma è qui che si deve investire” video

Secondo Il Sole 24ore, solo una famiglia su venti in Bergamasca è interessata al reddito di cittadinanza: ne abbiamo parlato con il capo della procura, esperto di questioni finanziarie

Una famiglia su venti in provincia di Bergamo è interessata al reddito di cittadinanza. 25.900 in tutto, su un totale di circa 467mila. È quanto emerge da una classifica de Il Sole 24ore relativa alla presenza nelle varie province italiane di famiglie con Isee ordinario inferiore ai novemila euro (secondo quanto annunciato dal M5S ad aver diritto al reddito di cittadinanza dovrebbero essere le famiglie con Isee fino a 9.360 euro). La graduatoria vede Bergamo al centesimo posto su 110 capoluoghi, con il 5,6% dei nuclei famigliari “meritevoli” del reddito.

Dopo aver discusso questo dato con Francesco Corna, segretario provinciale della Cisl Bergamo, ne abbiamo parlato anche con il procuratore capo della Repubblica di Bergamo Walter Mapelli, esperto di questioni finanziarie, ma anche di politica (è iscritto a Magistratura Democratica, corrente di sinistra dell’associazione Magistrati), in particolare per capire se le famiglie orobiche sono più oneste nelle dichiarazioni Isee.

Procuratore Mapelli, i bergamaschi sono davvero più benestanti, oppure dichiarano di più, cioè sono più onesti?

“Io credo che la Bergamasca sia certamente più benestante rispetto ad altre province. Qui c’è una forte capacità imprenditoriale e c’è una piena occupazione. In altre zone non c’è impresa, non c’è lavoro e quindi il reddito di cittadinanza raggiunge quote elevate. Per quanto riguarda l’onestà è difficile dare giudizi. Bisognerebbe entrare nel dettaglio nelle singole zone. È chiaro che dove c’è una forte espansione del caporalato e del lavoro nero, il rischio di disonestà nelle dichiarazioni è più elevato”.

Cosa ne pensa del reddito di cittadinanza come misura utile alla crescita dell’Italia?

“Lo indicano in stretta correlazione con la riforma dei centri per l’impiego, ossia strutture che dovrebbe collegare i cittadini alle imprese. È lampante che in zone in cui le imprese sono piccole o poche, è difficile trovare lavoro. Allora mi chiedo quanto sia opportuno riformare i centri per l’impiego in località come queste.

Sarebbe quindi meglio investire nelle zone più ricche?

“Queste sono valutazioni politiche. Io posso dire che una zona come la Bergamasca, che è il settimo distretto industriale a livello nazionale, ha bisogno di una pubblica amministrazione che sia all’altezza. Penso ad esempio alla circolazione stradale e i due anni per i lavori al ponte di Calusco. L’economia ha tempi che sono estremamente ridotti e la pubblica amministrazione non può pensare di viaggiare a un passo che non è quello richiesto dal territorio e da chi fa impresa”.

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