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Cinema

La recensione

First Man: il primo uomo sulla Luna regala emozioni “fuori da questo mondo”

Nell'ultima pellicola di Damien Chazelle, Ryan Gosling interpreta Neil Armstrong: non è l'ennesimo film sui viaggi interstellari ma molto di più.

Titolo: First Man – Il primo Uomo

Regia: Damien Chazelle

Attori: Ryan Gosling, Claire Foy, Jason Clarke, Kyle Chandler, Corey Stoll, Patrick Fugit

Durata: 141 minuti

Giudizio: ****

Programmazione: Cinema Capitol Bergamo

Il regista premio Oscar più giovane della storia di Hollywood, Damien Chazelle, è tornato, dopo l’enorme successo di LaLaLand, con un film completamente diverso, in cui alla musica trascinante si sostituisce come protagonista indiscusso il silenzio.

A partire dall’omonimo romanzo di James R. Hansen, Chazelle racconta, con l’aiuto di Josh Singer, sceneggiatore de “Il caso Spotlight” (Oscar al miglior film nel 2016) la storia di Neil Armstrong, il primo uomo sulla luna.

Neil (interpretato ormai dal fedele compagno di Chazelle, Ryan Gosling) è un brillante ingegnere aeronautico della Nasa, introverso e riservato, segnato in maniera indelebile da un evento estremamente traumatico. Per riscattarsi e cercare un nuovo inizio, Neil si iscrive al rigido programma Gemini, che ha lo scopo di preparare ingegneri qualificati ai viaggi nello spazio e poi, traducendosi nel programma Apollo, sulla Luna. Il sogno è ambizioso: la luna, luogo magico idealizzato da grandi artisti e poeti nei secoli addietro, non è mai stata così vicina e così lontana allo stesso tempo. Negli anni tra il 1961 e il 1968, i tentativi falliti sono tanti, e ancora di più i sacrifici, soprattutto umani, richiesti dalla pericolosa missione. Ognuno di questi ostacoli lascia un vuoto incolmabile nel cuore già incrinato di Neil; ma nella rabbia e nel dolore che ne deriva, lui riesce a trovare la forza ostinata per continuare il suo viaggio verso la Luna. Tuttavia, sebbene la sua testa sia nello spazio, il suo cuore resta saldamente ancorato sulla terra. La moglie Janet (interpretata dalla piacevole sorpresa Claire Foy) e i figli Rik e Mark sono consapevoli del rischio che Neil possa non tornare, ma per lui non c’è legge di gravità che tenga; rimbalza sull’atmosfera e finalmente, il 20 luglio 1969, appoggia timidamente il primo piede umano sulla superficie lunare. Notoriamente, si tratta di un piccolo passo per l’uomo, ma di un enorme salto per l’umanità. E lì, non è nient’altro che silenzio.

Non pensate che si tratti dell’ennesimo film sui viaggi interstellari, perché non è così. O meglio, non solo. Si tratta più di un viaggio all’interno dell’universo di un uomo, che nell’universo vero e proprio. Apparentemente sembra che LaLaLand e First Man non abbiano punti di contatto; o almeno così pensavo. E invece, ho rivisto un po’ della malinconia che unisce Sebastian a Mia, anche tra Neil e Janet. La stessa ostinazione nel voler raggiungere i propri obiettivi a tutti i costi e lo stesso sguardo triste che, senza bisogno di parole, racchiude un mondo di paure, sofferenze e sogni. Un film molto sentimentale, introspettivo, che vive principalmente sul volto di Ryan Gosling e negli occhi sgranati di Claire Foy; ma allo stesso tempo pieno di azione e scenari mozzafiato, che regalano un mix di emozioni “fuori da questo mondo”.

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