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L'intervista

Il disco approda al cinema, con “Vinilici” e un bergamasco tra i protagonisti fotogallery

Ispirato nei contenuti da un libro di Nicola Iuppariello e diretto da Fulvio Iannucci, propone un viaggio nel mondo di questi intramontabili supporti.

Arriva al cinema “Vinilici. Perchè il vinile ama la musica“, il primo docu-film completamente italiano dedicato ai dischi in vinile. Ispirato da un’idea di Nicola Iuppariello e diretto da Fulvio Iannucci, propone un viaggio nel mondo di questi intramontabili supporti che stanno riscontrando un interesse crescente da parte degli amanti della musica.

Tra i protagonisti ci sono tanti artisti affermati che raccontano il proprio legame per il vinile e il bergamasco Paolo Mazzucchelli, appassionato divulgatore, che porrà l’attenzione sulle copertine dei dischi.
La pellicola, in concorso alla IV edizione del Filmmaker Day di Torino e alla 17esima edizione del Rome Independent Film Festival, sarà distribuito nelle sale dal prossimo 20 novembre e a Bergamo si potrà vedere al Capitol. Per saperne di più abbiamo intervistato Nicola Iuppariello, anima di questo lavoro.

Come è nato il progetto?
Il film nasce dalla volontà di condividere con gli appassionati, ma anche con coloro che hanno meno dimestichezza, le sensazioni e il piacere che si può provare quando si ascolta musica utilizzando il supporto vinile.
L’idea ha preso le mosse da un volume che ho curato personalmente, intitolato Vinilici – La passione per il disco. I negozi, i collezionisti, le fiere, pubblicato da Editrice Zona nel 2013 e contenente storie di collezionisti e negozi di dischi. Questa volta ho pensato che le persone potessero raccontare le proprie emozioni esperienze raggiungendo gli altri non più con la carta stampata, ad esempio realizzando una nuova edizione del libro, ma attraverso il video. Da queste premesse è scaturita la volontà di girare un documentario che poi è diventato un docu-film.

In che modo?
Abbiamo voluto creare una storia, un soggetto e una sceneggiatura che arricchisse le testimonianze raccolte e le legasse le une alle altre facendo in modo che lo spettatore attraversi un percorso dall’inizio alla fine e viva una storia che poi è proprio quella del disco in vinile.
È stato un progetto impegnativo sin dalla concezione, ma ancor di più nella fase di start-up e di realizzazione. Complessivamente, per poterlo concludere, sono serviti quasi tre anni da quando l’ho pensato e ho condiviso l’idea con la società di realizzazione che poi ci ha permesso di produrlo, quindi è nata la collaborazione con il regista Fulvio Iannucci e sono cominciate le riprese. E per partire, così come era avvenuto precedentemente per il volume che ho curato, abbiamo effettuato una campagna di crowfounding (raccolta fondi) attraverso la quale gli appassionati lo hanno sottoscritto ricevendo in esclusiva delle ricompense come la possibilità di assistere al film in anteprima.

Vinilici

E quali testimonianze sono contenute nel film?
L’interesse verso il nostro lavoro è stato particolarmente alto e siamo riusciti a raccogliere testimonianze importanti come quelle di Carlo Verdone, Mogol, Renzo Arbore, Red Ronnie, Bruno Venturini, Lino Vairetti, Claudio Coccoluto, Giulio Cesare Ricci, Renato Marengo, Claudio Trotta, Elio e le Storie Tese, Gianni Sibilla e numerosi altri contributi di collezionisti e addetti ai lavori. Sono oltre 30 i personaggi coinvolti arricchendo e rendendo unico il nostro lavoro. Il risultato è un documentario non troppo lungo (sono 70 minuti) e nemmeno eccessivamente tecnico ma il racconto di esperienze di appassionati che si uniscono in una storia più grande, quella del vinile.

E in che cosa consiste la storia?
C’è un pretesto narrativo da cui prende il via una storia (scritta insieme a Vincenzo Russo) che prosegue per tutta la durata del film intrecciandosi con le testimonianze raccolte. Si tratta della volontà di registrare un brano da parte di Lino Vairetti che sta realizzando, a quarant’anni dall’uscita di Suddance, il brano A zingara. Il brano viene registrato insieme a un giovane musicista e produttore, Massimo De Vita: questa registrazione diventa l’incipit del film e lo spettatore seguirà lo sviluppo di questa idea attraverso una serie di fasi che lo condurranno dalla registrazione alla produzione del vinile, all’ascolto, al collezionismo fino alla condivisione, allo scambio e all’ingresso sul mercato, che è in forte crescita. E poi c’è un altra fase, essenziale per un supporto così longevo, cioè la memoria. Dunque, viene proposto un viaggio nel mondo del vinile attraverso tutti quegli aspetti che a mio avviso lo distinguono dagli altri dispositivi.

Come ha accennato poco fa, il mercato del vinile è in costante espansione. La sorprende questo dato?
No, perchè è una crescita continua che riscontro quotidianamente occupandomi del settore. Infatti, curo la fiera del disco e della musica di Napoli, DiscoDays, e ogni anno dal 2000 le vendite sono aumentate. Mi sorprende, invece, la crisi del cd, che è fruibile più facilmente.
Significa che oggi non è più indispensabile avere un supporto per ascoltare della musica, ma per un ascolto più approfondito e consapevole le persone scelgono il vinile.
Ma c’è anche un altro aspetto che contraddistingue questo tipo di supporto.

Ci spieghi….
La capacità di raccontare il progetto alla base di quel disco fornendo informazioni sul musicista, sul produttore e sull’anno di produzione. E la copertina che ci offre sin dal primo sguardo questi dati preziosi svolge una funzione fondamentale.
Insomma, i vinili sono supporti con cui la musica non solo viene ascoltata ma anche custodita, conservata e trova una collocazione spazio-temporale. L’ascolto è molto differente rispetto a come può avvenire attraverso la radio o lo streaming.

Vinilici

Anche la Bergamasca annovera un esperto di vinile: il loverese Paolo Mazzucchelli
È uno dei protagonisti del film: porterà la sua esperienza di divulgatore delle copertine. La nostra collaborazione è nata ancor prima della pubblicazione del suo libro I vestiti della musica. Ospitandolo alla fiera di Napoli abbiamo visto che era bravissimo a rendere partecipe il pubblico e lo abbiamo coinvolto anche nel film.

Per concludere, quando si potrà vedere il film?
“Vinilici” verrà distribuito nelle sale a partire da martedì 20 novembre e, secondo le proiezioni previste ad ora, proprio in questo giorno, verrà proposto al cinema Capitol di Bergamo alle 21, al Nosadella di Bologna alle 21.15, al Nickelodeon di Genova alle 21.15 e al Farnese di Roma alle 21.40. Inoltre, si potrà vedere al cinema Italia di Poggibonsi martedì 20 e mercoledì 21 alle 20.30, mentre sabato 24 e domenica 25 alle 21 all’ex convento degli Agostiniani di Melpignano (Lecce).

INTERVISTA A PAOLO MAZZUCCHELLI

Paolo Mazzucchelli

Appassionato ed esperto di musica, Paolo Mazzucchelli è autore del libro “I vestiti della musica” da cui ha tratto uno spettacolo dove propone un viaggio attraverso le copertine dei dischi. Proprio questa passione lo ha portato a essere tra i protagonisti del docu-film “Vinilici. Perché il vinile ama la musica”: per saperne di più lo abbiamo intervistato.

Come è nata la collaborazione a questo progetto?
Nicola (Nicola Iuppariello, ndr) da tempo è l’anima di “DiscoDays”, la fiera del disco e della musica che si tiene a Napoli. Un paio di anni fa sono stato tra gli ospiti di questa manifestazione e ho portato in scena al teatro Palapartenope il mio spettacolo “I vestiti della musica”, che sto rappresentando da una decina di anni ed è giunto alla 105esima replica.
Il pubblico è rimasto affascinato dall’esibizione così come i promotori dell’evento e qualche mese dopo Nicola mi ha contattato e mi ha proposto di partecipare al progetto del docu-film per occuparmi delle copertine: non mi sono fatto pregare e così ha preso il via la collaborazione.

E le copertine hanno un ruolo importante
Sono un aspetto essenziale e giocano un ruolo fondamentale per la crescita che i dischi in vinile stanno avendo sul mercato. Si tratta di un argomento inerente la musica, la cultura e l’arte ma ha anche ricadute in chiave economica e di strategie di marketing.

Cosa pensa del rinnovato e crescente interesse per il vinile?
A mio parere è un ritorno legato a un target ben preciso dal punto di vita anagrafico: è vero che tanti giovani si stanno avvicinando ai dischi, ma ritengo che il fenomeno riguardi principalmente gli ascoltatori adulti.
Penso che questa riscoperta sia dettata dalla capacità del vinile di toccare una serie di corde molto profonde come i ricordi e la nostalgia. E va considerato anche un altro aspetto: la modalità di ascolto differente rispetto agli altri supporti.

In che senso?
I dischi ti obbligano a dare nuovamente tempo all’ascolto della musica, a guardare e a godere della copertina, a prestar attenzione ai suoni e a cogliere i dettagli. Bisogna estrarre il disco dalla busta, trattarlo bene per evitare che si possa rovinare, appoggiarlo sul piatto, fissare la puntina per poi ascoltarlo e girarlo per proseguire coi brani dell’altro lato. Con il download o lo streaming, invece, tutto è differente, molto veloce e a portata di click: sicuramente c’è maggior comodità, ma è importante riappropriarci del piacere di fermarci e gustare i nostri brani preferiti.
Io non sono un estremista del vinile, ma l’ascolto dei dischi è diverso, è come entrare in un museo: posso ammirare i capolavori di Van Gogh anche sul pc ma è un’altra cosa.

Queste peculiarità possono essere apprezzate anche dai giovani?
Tra i ragazzi è una cultura da costruire, bisogna far sì che possano scoprire che c’è questa possibilità: non significa che devono necessariamente abbracciarla, ma è importante che la conoscano. Quando effettuo progetti nelle scuole il mio obiettivo è proprio stimolare la curiosità verso questo mondo.

Per concludere, quali sono i suoi prossimi progetti per il futuro?
Innanzitutto proseguire con le rappresentazioni de “I vestiti ella musica”: sto ricevendo parecchie richieste e lo porterò in scena in tutta Italia. Da questo spettacolo, inoltre, sono scaturiti due spin-off su due grandissimi artisti: il primo, dedicato a Bruce Springsteen, è nato l’anno scorso in occasione della manifestazione “Bergamo racconta Springsteen”, mentre il secondo è incentrato su Fabrizio De Andrè ed è frutto di una collaborazione con Giorgio Cordini, che per otto anni è stato il chitarrista del cantautore genovese. Poi, parteciperò insieme ad altri ospiti all’evento organizzato per festeggiare il ventennale dell’aeroporto di Malpensa, proseguirò nella realizzazione di progetti nelle scuole e, con la stessa passione, sono sempre pronto a cimentarmi in sfide sempre nuove.

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