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Arte

La mostra

Le opere del cosmopolita Prometti al San Bartolomeo fotogallery

Inaugura sabato 27 alle 18.00 al Centro San Bartolomeo “Viaggi della memoria”, omaggio all’artista Enrico Prometti a dieci anni dalla scomparsa. In mostra una trentina di opere tra cui i grandi dipinti degli ultimi anni.

A dieci anni dalla scomparsa di Enrico Prometti, una nuova mostra al centro San Bartolomeo riaccende i riflettori su un artista poliedrico, bergamasco e cosmopolita, affacciato sul futuro ma in rapporto costante con il passato.

Classe 1945, Prometti arriva all’arte giovanissimo imparando a lavorare ogni materiale nella bottega del padre, ciabattino, dove un giorno un docente dell’Accademia Carrara resta folgorato dall’abilità manuale e creativa del ragazzo decidendo di portarlo in Accademia, dove Prometti vincerà ogni anno la borsa di studio.

Personalità di fervida ispirazione, talentuoso e ribelle ai canoni dell’Accademia, Enrico Prometti si allontana presto dalla tradizione classica e si innamora – di un amore destinato a non finire, definitivo – delle culture primitive e pre-moderne, in particolare della civiltà Dogon del Mali e Tuarerg del Niger. Intanto coltiva e intercetta in tempo reale anche le pratiche e gli orizzonti delle neoavanguardie informali, surreali, astratte d’area europea e americana.

Arte e vita scrivono in lui lo stesso itinerario, non rettilineo ma intimamente coerente. Negli anni Settanta viaggia tra l’Africa, la Papuasia, l’Indonesia. Nei decenni successivi c’è spazio anche per una full immersion americana nell’epicentro delle grandi contraddizioni, la Grande Mela, dove sperimenta nuove, visionarie contaminazioni tribal-metropolitane. A New York negli anni Novanta due grandi mostre personali fanno conoscere al mondo una parte della sua opera plastica, pittorica, grafica e il suo percorso dal primitivismo al neoinformale.

L’evento di Bergamo, che sarà visitabile dal 27 ottobre al 18 novembre, ci avvicina agli esiti ultimi della ricerca di Prometti, alla sintesi più matura del suo linguaggio pittorico, grafico e plastico.

La mostra “Viaggi della memoria” parla di un’arte fuori dagli schemi che si declina in un personalissimo codice capace di ricominciare ogni volta da un’espressività pura, libera dall’eredità pesante dei maestri.

Una trentina di opere, tra dipinti di grande e medio formato, lavori pitto-grafici, incisioni, sculture, restituiscono la complessità di un’arte che sa fondere le incongruenze del vissuto nell’ordine del progetto: esemplari in questo senso sono dipinti come “Between the bridge”, ispirato allo skyline del ponte di Brooklyn e “Viaggi della memoria”, una sintesi di vigorosa suggestione tra art nègre, neoavanguardie e retroterra italiano. Sono pagine stupendamente libere, che aderiscono al concreto della vita ma si staccano dall’episodico, grazie alla componente arcana che le intride.

Quattro sculture in mostra, in dialogo con le opere a parete, offrono una sintesi di forme e di materiali tra i suoi preferiti, il legno, la pietra, la terracotta, il metallo, e portano in sé la carica emotiva e la sapienza tecnica di un infaticabile sperimentatore.

Tra le incisioni spiccano due serie di Tarocchi, un soggetto sempre caro a Prometti che vi ha dedicato interi cicli grafici. Gli Arcani maggiori del ’94 costituiscono un approdo di grande impatto formale ed emotivo, che acquista ulteriore interesse nell’accostamento ai fogli degli anni Settanta che rivelano l’assoluta originalità con cui l’artista ha affrontato fin da subito l’enigmatica simbologia delle antiche carte.

Completa l’esposizione un filmato che cattura in ordine sparso, on the road com’era nel suo stile, flash e istanti di vita tra New York, il Mali e il suo studio in Bergamo.

Nel contesto della mostra è prevista una conversazione dell’artista e docente Claudio Sugliani, storico amico di Prometti ed esperto di incisione, sull’arte grafica dell’autore.

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