Se l’è aggiudicata l’Associazione Musulmani di Bergamo la cappella degli ex ospedali Riuniti, messa all’asta lo scorso 20 settembre dall’Asst Papa Giovanni XXIII (leggi qui), azienda controllata da Regione Lombardia. Dall’agosto 2015 la chiesa ospita le funzioni religiose della comunità ortodossa romena, che in città conta all’incirca 2 mila fedeli. Ancora prima quelle dei frati cappuccini.
Le buste sono state aperte nella mattinata di giovedì 25 ottobre, negli uffici amministrativi dell’ospedale Papa Giovanni, proprietario dell’area che svetta sul cantiere del vecchio ospedale, in via Statuto.
Tra le altre offerte pervenute quella della Diocesi Ortodossa Romena e di un gruppo attivo nel settore alberghiero. L’offerta più alta è stata però quella dell’Associazione Musulmani, che si è aggiudicata l’asta forte di un rialzo dell’8%. La base era fissata a 418.700 euro.
Dell’immobile fanno parte una chiesa e un’abitazione. È occupato in comodato d’uso gratuito dalla Diocesi Ortodossa Romena, il cui contratto scade il prossimo 30 giugno (anche se è prevista la possibilità di rescissione anticipata).
L’Associazione Musulmani di Bergamo – che dopo i problemi sorti in via Cenisio si riunisce in una sala civica nel quartiere di Boccaleone – in seguito alla pubblicazione della delibera da parte dell’Asst Papa Giovanni avrà 90 giorni di tempo per completare il pagamento.
All’asta pubblica hanno preso parte il presidente Idir Ouchickh e Imad El Joulani, in qualità di membro dell’associazione: “La nostra intenzione – hanno dichiarato – è quella di mantenere la destinazione del sito a luogo di culto”.
Se verrà realizzata, la moschea degli ex Riuniti sarà la seconda a Bergamo dopo quella di via Cenisio, riconosciuta ufficialmente dal 2013. La vendita ha però scatenato un vero e proprio caso politico: Regione Lombardia, che controlla l’Asst Papa Giovanni, ha venduto la chiesa degli ex Riuniti ma nel 2015 aveva approvato una legge regionale molto restrittiva sui luoghi di culto, non a caso ribattezzata “anti moschee”.
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