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L'intervista

Miriam Sylla si racconta: “Da piccola sognavo la danza classica ma ero troppo cicciottella” fotogallery video

Dopo la medaglia d'argento con la Nazionale, il personaggio del momento è tornata a Bergamo per abbracciare il fidanzato: "Un giorno ci sposeremo e avremo figli"

Con l’aggressività che mostra in campo, è difficile anche solo pensarlo. Eppure Miriam Sylla da piccola sognava di diventare una ballerina di danza classica: “In prima elementare ho iniziato un corso, ma ero troppo cicciotella e poco aggraziata. Così ho smesso”. Ci scherza su la 23enne, adesso che con la Nazionale Italiana di volley è arrivata a un passo dalla conquista del titolo mondiale con quella finale persa contro la Serbia solo al tie-break.

Dopo l’entusiasmante esperienza in Giappone, l’ex schiacciatrice della Foppa è tornata a Bergamo per salutare gli amici e il fidanzato, il 26enne Ludovico Carminati, fino allo scorso anno giocatore della Caloni in A2 e ora cameriere al bar a fianco del nuovo PalAgnelli, con il quale “un giorno sogna di sposarsi in abito bianco e avere figli”.

Seduta a un tavolino del locale, a pochi passi dal palazzetto in cui ha giocato nelle ultime cinque stagioni, Miriam riceve un sacco di complimenti da chi passa di lì e la riconosce. Lei ringrazia e saluta tutti sorridendo, regala selfie a grandi e bambini, con una semplicità sorprendente considerando la fama che la sta travolgendo in questi giorni.

Stretta tra le mani, ha la medaglia d’argento conquistata a sorpresa con le sue compagne: “Noi e il mister in realtà ci abbiamo sempre creduto – spiega Sylla – , anche se dopo aver battuto Russia e Stati Uniti abbiamo capito che potevamo fare qualcosa di magico. E alla fine è mancato poco al grande traguardo. Certo, un po’ brucia non essere arrivate prime, ma la gioia è comunque tanta”.

In campo è una leonessa, ma com’è Miriam nella vita di tutti i giorni?
“Sono esattamente così. Oddio, non sempre così grintosa. So anche essere pacata e a modo. E posso pure commuovermi. Ma quando bisogna tirar fuori… gli attributi, sono la prima”.

La serata ideale?
“Basta che ci siano gli amici, poi sto bene ovunque. Anche a casa. Una cena in compagnia. Negli ultimi mesi ho scoperto le carte. Mi diletto in qualsiasi gioco, anche i più banali come Uno”.

Libro preferito?
“Vado a momenti, un po’ come il mio carattere. Passo dai romanzi rosa ai thriller. Prima del Mondiale avevo iniziato a leggere Dentro l’acqua di Paula Hawkins. Ma poi non riuscivo a dormire per la paura. Quindi, per non rischiare di scendere in campo con le occhiaie, l’ho messo un attimo da parte”.

Film?
“Rispondere Il gladiatore sarebbe banale, anche se ammetto che è proprio figo. Diciamo che mi piacciono le serie televisive di Netflix, come Élite“.

Musica?
Mi piacciono l’hip hop, il reggae e l’afro. Tutta roba abbastanza movimentata. Anche quando vado nei locali cerco quelli con questi generi di canzoni. Ma esco solo se non gioco il giorno seguente. E comunque negli ultimi tempi mi sono calmata molto”.

Piatto che preferisce?
“La pasta. E soprattutto la pizza. Non vedo l’ora di mangiarne una adesso che sono tornata in Italia”.

Materia preferita a scuola?
“L’intervallo. Scherzi a parte, da piccola avevo una passione per la storia. Ma in generale non sono mai stata una grande studiosa”.

Quanti sacrifici ha fatto per arrivare dove è?
“Un sacco. Ricordo ad esempio quando le mie amiche iniziavano ad andare in discoteca il sabato sera e a me toccava rimanere a casa perchè alla domenica dovevo giocare. Poi cresci e capisci di aver fatto la cosa giusta”.

Il razzismo esiste ancora?
“Non saprei. Quando ricevo insulti che possono ricordarlo, non perdo nemmeno tempo. Credo che la gente sia solo un po’ chiusa. E magari nemmeno crede davvero in ciò che dice”.

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