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Il caso

Treviglio, 13enne violento contro il prof: “La seconda aggressione in un anno”

Un alunno ripetente di 13 anni della classe seconda media Cameroni di Treviglio giovedì 18 ottobre ha colpito con un pugno in faccia un suo insegnante, rompendogli gli occhiali e ferendolo in faccia

Un alunno ripetente di 13 anni della seconda media Cameroni di Treviglio giovedì 18 ottobre ha colpito con un pugno in faccia un suo insegnante, rompendogli gli occhiali e ferendolo in faccia. Come riporta il Corriere della Sera Bergamo, era la prima lezione in quella classe del docente di arte, V. F. residente a Cologno Monzese: solo da pochi giorni, infatti, il prof aveva preso servizio nell’istituto della Bassa dopo che negli anni scorsi ha insegnato a Casirate, Verdello e Martinengo.

Subito ha dovuto gestire quell’alunno di 13 anni, ben conosciuto dalla scuola e temuto dai suo compagni: già nel mese di aprile di quest’anno, infatti, era stato sospeso per un’altra aggressione.

Il ragazzo disturbava durante la lezione, il prof lo ha richiamato e infine l’ha fatto uscire dalla classe. Dopo pochi minuti è stato richiamato in aula, ma non ha cambiato atteggiamento, anzi: ha iniziato a prendersi gioco dell’insegnante cercando di colpirlo con palline di carte. I richiami del docente sono serviti solo a far scattare la molla dell’aggressività nel ragazzo che gli ha sferrato un pugno in faccia. 

Alcuni alunni sono corsi nella classe a fianco per chiedere aiuto. Quando la situazione è tornata alla normalità, il docente si è recato al Pronto soccorso dell’ospedale di Treviglio e solo dopo gli esami si è potuto escludere che avesse fratture. Inutile dire che il corpo docente e studentesco è scosso e preoccupato per l’accaduto.

“Lo stesso ragazzo ad aprile era stato autore di un aggressione, l’hanno sospeso per tre settimane, ma niente di più – dichiara Laura Rossoni, avvocato civilista di Treviglio – Secondo la mia esperienza professionale quando ci sono comportamenti devianti bisogna intervenire immediatamente, non aspettare che venga commesso un reato. Non dobbiamo mai dare l’impressione ai ragazzi che i loro comportamenti siano tollerati perché sono ‘ragazzi’, perché questi atteggiamenti peggioreranno con il tempo ed è giusto ed importante fare capire al ragazzo la gravità dei suoi gesti, aiutandolo a correggerli.”

Come già successo per la prima aggressione, la scuola ha provveduto anche in questo caso a sospendere per tre settimane l’allievo. “A mio parere la sospensione non è sufficiente – conclude l’avvocato Rossoni – È necessario fare subito la segnalazione al tribunale dei minori, creare un progetto individuale per lo studente e metterlo di fronte alla gravità del suo gesto. In questi casi io consiglio di far fare al ragazzo attività di volontariato che gli diano la possibilità di incontrare il dolore e le conseguenze del suo comportamento: vedendo la sofferenza che viene creata una persona diventa consapevole dei propri gesti.”

 

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