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I dati di upda.it

Studenti bergamaschi, la metà “irregolari”; l’Università: “No, solo il 16,9%”

Botta e risposta tra l'Università Popolare "Stefano Benemeglio" delle Discipline Analogiche e l'ateneo bergamasco

Botta e risposta tra l’Università Popolare “Stefano Benemeglio” delle Discipline Analogiche e l’Università degli Studi di Bergamo.

Secondo i primi, Bergamo guiderebbe la classifica delle città con un maggior numero di universitari fannulloni: tenendo in conto sia i corsi di studio universitari che quelli di formazione terziaria professionalizzante, ha sommato il numero degli studenti che interrompono gli studi a quelli che nell’arco dell’anno non sostengono neanche un esame, ottenendo così una percentuale degli studenti «irregolari».

Prendendo in esame sia i corsi universitari che quelli parauniversitari, a livello nazionale il tasso di abbandono medio annuo è risultato essere del 24%.

Il tasso di abbandono è invece esiguo a Bari (12%), a Verona (13%) e a Milano (15%), che si collocano sul podio delle città universitarie con più studenti regolari. Seguono poi Torino e Catania che si posizionano pari merito con un tasso di abbandono del 16%.

I risultati della ricerca non sono del tutto confortanti: in alcune città il tasso di abbandono è quasi il doppio rispetto alla media nazionale. Accade a Bergamo che guida la classifica delle città con un maggior numero di studenti irregolari (45%), seguita da Camerino (38%) e da Viterbo che si colloca al terzo posto con il 34%.

Poi ancora seguono Pisa (30%), Palermo (27%) e Roma (25%). Mentre Firenze, Bologna e Napoli rientrano nell’ambito della media nazionale del 24%.

«L’elevatissimo tasso di abbandono degli studi evidenzia carenze motivazionali le cui cause possono essere diverse: desiderio di lavorare, disinteresse per le materie insegnate, difficoltà negli studi, insicurezza o perfino disagi emotivi» commenta lo psicologo Stefano Benemeglio (www.stefanobenemeglio.com), padre delle Discipline Analogiche, direttore scientifico dell’Università Popolare delle Discipline Analogiche (www.upda.it), famoso per i molti esperimenti di successo portati avanti nelle sedi più prestigiose, includendo anche l’Ordine dei Medici di Madrid e la prestigiosa Università «Pompeo Fabra» di Barcellona.

L’approccio metodologico adottato dall’Università Popolare delle Discipline Analogiche per questa ricerca ha considerato come «studenti irregolari» coloro i quali non hanno superato alcun esame oppure non si sono iscritti all’anno successivo. «Ma se il calcolo venisse fatto conteggiando il numero di studenti che non riescono ad acquisire i crediti formativi nei tempi previsti dal loro piano di studi, il tasso degli studenti irregolari sarebbe più o meno del doppio rispetto ai dati elaborati» puntualizza Samuela Stano, presidente dell’Università Popolare delle Discipline Analogiche (www.upda.it).

In relazione alla pubblicazione di quanto sostenuto dall’Università Popolare “Stefano Benemeglio”, l’Università degli Studi di Bergamo informa di registrare un tasso di abbandono del 16.9%, in media con il dato nazionale. Il dato, proveniente dalle fonti amministrative ufficiali, è riferito all’anno accademico 2016/2017, e misura la percentuale di studenti immatricolati che abbandonano gli studi entro il primo anno ed è l’unico dato riconosciuto dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

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