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A rovetta

Vandali alla croce dei militi del Tagliamento e replica dei neonazisti

Distrutte le immagini, tra cui quella di Mussolini. Striscione dei MAB: "Chi tocca i morti verrà educato dai vivi"

Vandali di nuovo in azione al cimitero di Rovetta. Nella notte tra venerdì 12 e sabato 13 ottobre è stata danneggiata la croce posta sulla lapide in ricordo dei 43 soldati della Legione Tagliamento, uccisi dai partigiani proprio all’esterno del camposanto Sedriano il 28 aprile 1945.

In particolare sono state rovinate le foto di Benito Mussolini, dell’aquila romana fascista e del fascio littorio, poste ai tre estremi della croce. Ad accorgersi del raid è stato un agente della polizia locale, che ha segnalato l’episodio ai carabinieri di Clusone, competenti per territorio, guidati dal maggiore Diego Lasagni.

Pronta la risposta dei Mab (acronimo di Manipolo d’avanguardia Bergamo), gruppo di estrema destra, che nella notte tra lunedì e martedì ha appeso lungo la strada ex 671, all’altezza della concessionaria Paganessi di Casnigo, uno striscione – subito rimosso dai militari – con la scritta “Chi tocca i morti verrà educato dai vivi”.

Non è la prima volta che si verificano episodi simili. La lunga lista di vandalismi iniziò nel 2009, quando venne demolita a colpi di martello la targa in memoria posta all’esterno del cimitero, lungo il muro di cinta dove avvenne la fucilazione. L’anno seguente, poi, un finto ordigno esplosivo fu piazzato in corrispondenza della lapide commemorativa. Nel 2012 la croce venne divelta. Nel 2013 e nel 2016 furono ancora distrutte le tre fotografie.

Ogni anno, a maggio, nel cimitero comunale il Comitato Onoranze Caduti di Rovetta celebra una commemorazione del cosiddetto “Eccidio”, con una manifestazione e una messa celebrata da Giulio Tam, ex prete lefebvriano. Una giornata spesso di tensione, con gli antifascisti “I Ribelli della Montagna” che, parallelamente, organizzano una contromanifestazione.

“All’interno del cimitero deve regnare il rispetto – commenta il sindaco di Rovetta, Stefano Savoldelli -. Rispetto per i morti e per i simboli funebri presenti. Ogni atto di danneggiamento, a mio avviso, è da biasimare. Fondamentale, è mantenere la sacralità di un luogo sacro come il cimitero”.

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