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Piume, colori e antichi polli: Jack Horner spiega i segreti del mondo dei dinosauri

Nel corso di un incontro svoltosi nella giornata di domenica 7 ottobre il paleontologo americano, già consulente di Steven Spielberg per la saga Jurassic Park, ha illustrato le vere caratteristiche dei dinosauri

Vi siete mai immaginati un tirannosauro rex rosa intento a danzare ?

Credo proprio di no, perché una scena di questo genere è impossibile da contemplare pure nel più strano dei sogni e perché è risaputo come i dinosauri fossero grosse lucertole di color grigio o marrone.

Un’ipotesi in apparenza inconcepibile eppure, proprio quando nulla pare poter giustificare tutto ciò, è proprio lì che la realtà supera la fantasia.

A spiegare questa teoria è Jack Horner, paleontologo americano ospite nella giornata di domenica 7 ottobre di BergamoScienza, il quale, nel corso dell’incontro “Riscoprire i dinosauri”, ha sottolineato come questi esseri viventi non avessero l’aspetto che siamo abituati a credere: “Innanzitutto i dinosauri non erano rettili, o meglio facevano parte anch’essi del gruppo reptilia, ma piuttosto presentavano parecchie similitudini con gli uccelli. Infatti anche i dinosauri possedevano le piume e, rispetto a quanto si possa pensare, erano colorati – spiega lo scienziato statunitense -. Se ad oggi riteniamo che l’immagine dei dinosauri sia quelli di grandi rettili dal colore grigio o marrone, questo è merito di Steven Spielberg e della saga di Jurassic Park: nonostante nel corso delle riprese dei film abbia svolto il ruolo di consulente tecnico per Spielberg e benchè abbia più volte sottolineato quale fosse l’aspetto di questi animali, il regista accolse soltanto alcune delle correzioni da me proposte, tutto ciò perché riteneva che i dinosauri avrebbero dovuto essere animali in grado di incutere paura”.

Fra le prove che confermano la parentela fra dinosauri e uccelli vi è la presenza di cheratina, rilevata per esempio sul cranio del triceratopo che, come nel becco dei volatili, è in grado di donare una colorazione accesa e di diversa tipologia; ma anche quella di “attributi” particolari come corna che, a detta del paleontologo, sarebbero stati utilizzati dagli esemplari maschi per potersi metter in mostra con individui dell’altro genere: “A differenza di quanto si possa credere, parti aggiuntive o strutture esterne come corna non venivano utilizzate per combattere o per creare danno ad altri esemplari, quanto piuttosto per aspetti estetici. Esistono esempi di questo genere attualmente fra gli uccelli in grado di gonfiare parti del loro corpo per conquistare la femmina oppure di svolgere alcuni movimenti simili alla danza, per cui non c’è motivo di non ritenere che anche i dinosauri in qualche modo ‘danzassero’”.

In conclusione, non essendo state rilevate tracce di DNA fra i fossili ritrovati, a differenza di quanto avvenuto in Jurassic Park, sarà impossibile riportare in vita un dinosauro in sé e per sé, tuttavia nei prossimi anni non è escluso che si potrà vedere una specie animale dalle caratteristiche simili a un essere vivente di quel genere, come nel caso del pollosauro: “Dal 2012 stiamo lavorando su questo progetto all’interno del quale abbiamo apportato modifiche ad alcune uova di uccello all’interno dei quali sinora siamo riusciti a ottenere alcune caratteristiche simili a quelle di un velociraptor come la presenza di denti, di zampe al posto delle ali, anche se ad oggi riscontriamo ancora alcune difficoltà nella costruzione della coda – confessa Horner – Questi studi possono esser molto utili anche per altre ricerche scientifiche, oltre ad avvicinare le persone comuni alla scienza, oltre a tutto ciò non posso negare che mi piacerebbe avere un piccolo dinosauro innocuo come animale domestico”.

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