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Il caso

Ronde di Forza Nuova sul treno, sdegno degli Ex Deportati: “Sembra l’incubo del 1944”

La sezione di Bergamo dell' ANED: "Chiediamo che Trenord e le pubbliche autorità intervengano"

Ronde di Forza Nuova sul treno serale Bergamo-Milano. Una decina di membri del partito di estrema destra sono saliti a bordo del convoglio con tanto di felpa nera per, spiegano loro, “Garantire sicurezza ai pendolari”. Pattugliamenti tra i vagoni, in pratica, denominati dagli ideatori “Passeggiate della sicurezza”, immortalati in un selfie pubblicato su Facebook.

Un’iniziativa che sta facendo discutere molto in rete e che è stata accolta con sdegno dalla sezione di Bergamo dell’ ANED – Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti che “esprime ferma condanna per la presenza della ronda fascista ed illegale di Forza Nuova Bergamo, sulla tratta Bergamo – Milano delle 21.20 di giovedì 04 ottobre 2018.  Proprio dalla stazione di Bergamo, il 17 marzo 1944 partì dal binario 1 il “trasporto 34” con destinazione Mauthausen. A bordo vi erano 573 deportati, dei quali 92 minorenni e 10 donne. 447 di essi non fecero ritorno.

La tragedia si ripete Il 5 aprile 1944 quando, sempre dalla Stazione di Bergamo, partì il “trasporto 38” che arrivò a Mauthausen 3 giorni dopo. A bordo vi erano 279 deportati, dei quali 21 minorenni e 38 donne. 188 di essi non fecero ritorno. In entrambi i casi furono i fascisti a caricare su quei vagoni più di 800 persone.

Gli stessi fascisti che oggi, con la memoria un po’ troppo corta, vogliono farci credere di essere portatori di legalità e sicurezza, salendo proprio a bordo dei treni che partono da quella stazione.

Ribadiamo con forza e determinazione che lo Stato è l’unico garante della tutela dei cittadini, proprio quello Stato che si fonda sui valori antifascisti della nostra Costituzione, nata per proteggerci anche da gruppi dichiaratamente neofascisti come quello di Forza Nuova.

Chiediamo che Trenord e le pubbliche autorità intervengano per individuare e perseguire i responsabili di tali comportamenti e concludiamo con una frase, ironica quanto vera, della Senatrice a vita Liliana Segre: “Quando c’era lui i treni arrivavano in orario, soprattutto quelli delle deportazioni”.

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