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Tragedia di gazzaniga

Quella sbarra che a volte non funzionava, interrogato 5 ore l’autista del bus fotogallery video

La Procura vuole vederci chiaro sullo scontro tra bus che è costato la vita al 14enne Luigi Zanoletti. L'autista della Sab a confronto dal pm. Gli avvocati: "Ha chiarito tutto"

Cinque ore per provare a spiegare l’inspiegabile, per dare una logica a quanto successo quel tragico lunedì 24 settembre, quando alle 13.05, nel piazzale della stazione di Gazzaniga, lo scontro tra due pullman è costato la vita a Luigi Zanoletti, 14enne di Ardesio. Lo studente è rimasto schiacciato mentre si apprestava a salire sul bus che l’avrebbe riportato a casa dopo una lunga mattinata di scuola. Nell’impatto sono rimasti feriti altri due ragazzi. Uno di loro è tuttora ricoverato al San Gerardo di Monza.

Alla guida dell’autoarticolarto c’era l’autista della Sab A.G., senegalese, 58 anni, residente a Nembro e ora indagato per omicidio stradale aggravato e lesioni (come il guidatore del secondo bus, anche se la posizione di quest’ultimo potrebbe essere archiviata).

Nel pomeriggio di venerdì 5 ottobre A.G., assistito dagli avvocati Michelle Vavassori e Paolo Corallo, è stato convocato in Procura per essere interrogato dal pubblico ministero Giancarlo Mancusi. Il confronto è durato dalle 15 alle 20.30 circa.

Cinque ore abbondanti durante le quali sono state più volte ricostruite le immagini dei filmati. In un video (guarda qui) si vede l’autobus snodato guidato da A.G. fermarsi davanti a una sbarra abbassata. Lui scende, ma subito dopo risale e mette in moto il mezzo. La sbarra si alza, il conducente accelera e una quindicina di metri più avanti si schianta contro l’altro bus, travolgendo i tre ragazzini che stavano salendo.

“Ha chiarito tutto quello che doveva chiarire e spiegato quanto successo prima e dopo l’incidente”, dichiarano gli avvocati una volta usciti dalla Procura, mantenendo alto il riserbo attorno alla linea difensiva dell’assistito. Se ha sostanzialmente fornito la sua versione dei fatti, questa andrà ora riscontrata attraverso la perizia cinematica.

Luigi, morto tra i bus: il dolore dei compagni

Proprio la sbarra automatica che si trova all’ingresso del piazzale della stazione viene indicata da A.G. come elemento di pressione che l’avrebbe indotto ad accelerare. Una sbarra guasta, che a volte si abbassava al passaggio dei mezzi. Non è quindi da escludere che il conducente possa essere stato in qualche modo condizionato da un malfunzionamento.

Tra le altre cose, ci si è soffermati anche sulla sicurezza e la gestione del personale da parte dell’azienda dei trasporti: dal sovraffollamente delle pensiline ai turni di lavoro di chi si mette alla guida dei pullman. Ma sono solo una parte degli argomenti oggetto di approfondimento, che per ora gli inquirenti si astengono dal rivelare (escluso, invece, dalle analisi effettuate e dalla perquisizione domiciliare, che il 58enne possa aver assunto droga o alcol, come dai rilievi sugli apparecchi telefonici che fosse distratto dall’uso del cellulare).

Ulteriori accertamenti sono comunque in programma: la polizia locale ha chiesto alla Sab la documentazione sulla gestione dell’area delle autolinee, che è del Demanio ma in concessione alla compagnia di trasporti. Il tutto per stabilire come l’autista  – a cui la società aveva da poco rinnovato il contratto – non si sia reso conto dei ragazzini e dell’altro pullman fermo lungo la sua traiettoria.

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