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B.wolfes

I “lupi” del frisbee: a Bergamo ragazzi vincenti nel nome dell’integrazione

Noemi Carminati, allenatrice della giovane squadra di Ultimate Frisbee, racconta l’esperienza del team bergamasco

Lo sport è fatica, sacrificio, divertimento, spirito di competizione, ma anche rispetto dell’avversario. Fra le numerose discipline presenti nel panorama mondiale quella che forse riesce a rappresentare meglio tutto ciò è l’ultimate frisbee, uno sport di squadra dove non è presente l’arbitro e dove il contatto fisico è vietato, uno sport che necessità di condivisione con i propri compagni di squadra e che rende tutti uguali sul campo, come nel caso della B.Wolves, squadra bergamasca di ultimate frisbee composta da ragazzi fra i quali anche da alcuni accolti nella Comunità per Minori “L’Aquilone” e da alcuni giovani richiedenti asilo politico accolti dal Patronato San Vincenzo. A raccontare l’esperienza è Noemi Carminati, allenatrice della squadra.

LEGGI QUI: I giovani del frisbee uniti dall’integrazione: per giocare tra amici e conoscere culture diverse

Come nasce la squadra “B.Wolves” ?

B.Wolfes nasce da un’idea mia e della mia compagna di squadra nell’ASD Ultimate Bergamo Vanessa Barzasi. Oltre ad aver in comune la passione per il frisbee e a esser io stessa educatrice di minori e giovani adulti nella Cooperativa Sociale A.E.P.E.R. di Bergamo e Vanessa laureanda in tecniche della riabilitazione psichiatrica, lo scorso anno Vanessa ha svolto sei mesi di servizio civile nella struttura dove lavoro, per cui abbiamo iniziato così a insegnare ai ragazzi le basi di questo sport e a giocare alcune partite. Finito il periodo di servizio civile, lo scorso settembre i ragazzi ci hanno chiesto di poter continuare con l’attività e così, in maniera un po’ pazza, abbiamo scelto di creare un corso ad hoc per ragazzi, offrendo loro una possibilità che in genere viene data da Ultimate Bergamo soltanto alle scuole oppure a chi voglia entrar a far parte della squadra. Avendo preso parte al corso soltanto cinque ragazzi ed essendo il frisbee uno sport particolarmente educativo, abbiamo creato una collaborazione con il Patronato San Vincenzo che ci ha segnalato tre richiedenti asilo politico, a cui si sono aggiunti altri due diciassettenni stranieri non accompagnati, con i quali abbiamo svolto un corso di otto lezioni fra ottobre e dicembre”.

Un aspetto curioso di questa squadra è il nome. Da dove nasce questa denominazione ?

Il nome è stato scelto dai ragazzi alla fine del corso poiché il lupo in qualche maniera è un animale che li rappresenta: da una parte il lupo può incutere timore a chi lo circonda e rendere le persone diffidenti, tuttavia in realtà è in grado di fare gruppo, un po’ come accade con noi”.

Nei mesi successivi, come è stata la convivenza fra i ragazzi e come si è arrivati alla situazione della squadra attuale ?

Durante il corso si è creato un gruppo molto affiatato e così, a dicembre abbiamo deciso di prendere parte a un torneo organizzato dall’Ultimate Bergamo a Bonate Sopra lo scorso dicembre. I ragazzi erano molto agitati e, benchè siamo arrivati ultimi nella classifica agonistica, abbiamo ottenuto la seconda posizione però in quella dello spirito ( classifica in cui viene presa in considerazione la correttezza della squadra nei confronti dell’avversario), un risultato che ha gasato i ragazzi particolarmente e che ci ha spinti a organizzare un secondo ciclo di incontri, al quale hanno preso parte quattro ragazzi della Comunità per Minori “L’Aquilone”, cinque del Patronato San Vincenzo e tre ragazzi “qualsiasi”, provenienti da altri contesti sociali. Con l’arrivo della primavera abbiamo realizzato le divise della squadra, stampate dagli stessi ragazzi, mentre a cavallo fra maggio e giugno abbiamo preso parte ad alcune iniziative sul territorio, come due amichevoli con la squadra femminile dell’Ultimate Bergamo all’interno del contenitore dell’Happening delle cooperative sociali svoltosi al Lazzaretto e dedicato quest’anno al tema dell’immigrazione. Nel corso dei mesi successivi, alcuni ragazzi hanno svolto degli allenamenti con la squadra maggiore dell’Ultimate Bergamo, mentre i ragazzi della Comunità per Minori “L’Aquilone” hanno preso parte con la squadra Under 20 dell’Ultimate Bergamo ad un torneo a Padova dove si sono classificati primi nello spirito. Infine, a cavallo fra luglio e agosto scorsi abbiamo diviso la squadra dei B. Wolves negli allenamenti fra over 20 quindi i ragazzi del Patronato che si sono allenati con la squadra maggiore, mentre gli altri componenti della squadra hanno iniziato a lavorare assieme, formando una vera e propria squadra junior”.

Qual è l’obiettivo di questo sport ?

Avendo già utilizzato per l’educazione dei ragazzi un po’ più turbolenti altri sport come il judo e il rugby e, grazie anche alle competenze sportive e educative di Vanessa, abbiamo deciso di puntare questo sport. La nostra ottica non è quella di vincere il campionato, ma di raggiungere gli obiettivi che ci proponiamo, puntando sul gruppo e cercando di insegnare ai ragazzi di rispettare le regole”.

Con i ragazzi del Patronato San Vincenzo, quali sono i vostri prossimi progetti ?

Per ragazzi richiedenti asilo dobbiamo vedere se riusciamo a fare qualche cosa in più, poiché la situazione già complesso di per sé, si è ulteriormente complicata con la decisione di ricollocare i ragazzi in centri d’accoglienza diversi fra loro e che rende più difficile coordinare i vari appuntamenti. Stiamo cercando una mano dalle istituzioni, poiché spesso i problemi sono legati anche alla burocrazia”.

A livello educativo, come può aiutare il frisbee ?

Oltre a non esserci una differenza di genere, uno dei cardini di questo sport è quello non toccare l’avversario e non fargli del male, motivo per cui non è necessario alcun arbitro. Questo sport serve in particolare ai ragazzi poiché permette di capire il rispetto dell’altro, e sia fra i ragazzi della comunità che quelli provenienti dal Patronato San Vincenzo non si è mai riscontrato alcun problema oltre alla presenza di un clima ottimo”.

Quali sono le regole di questo sport ?

Si tratta di uno sport di squadra che si gioca all’aperto in un campo lungo come un campo da calcio e largo la metà di questo e per il quale esistono diverse tipologie di campionati, open (maschile), woman (femminile) e mixed (misti). Si tratta di uno sport di possesso nato negli Anni ‘70, in cui si gioca sette contro sette e il cui obiettivo finale è quello di ricevere il disco in meta attraverso un passaggio del proprio compagno di squadra, mentre è impossibile muoversi con il frisbee in mano, con il giocatore che è costretto da fermo a passare ad un compagno di squadra l’oggetto entro dieci secondi. Uno degli aspetti fondamentali del gioco è la mancanza dell’arbitro: in caso di fallo i giocatori possono continuare il gioco se questo non viene contestato, in caso contrario occorre trovare una soluzione fra loro. Oltre a tutto ciò il gioco richiede un particolare livello di responsabilità in quanto a fine partita ogni squadra deve rispondere ad alcune domande sul comportamento tenuto agli avversari e che porterà alla stesura della classifica dello spirito” .

Come allenatrice, quali sono le soddisfazioni che da’ questa attività ?

Essendo, oltre che l’allenatrice, anche un’educatrice, è una soddisfazione poter vedere i propri ragazzi raggiungere risultati come questi e ancor più vederli giocare alla pari in uno sport difficile come il nostro dove è necessaria molta organizzazione. È difficile a sedici / diciassette anni innamorarsi di uno sport e ancor più complesso lasciarsi alle spalle tutto quello che accade all’esterno del campo prima di iniziare una partita, nonostante ciò i nostri ragazzi sono in grado di farlo e questa è una grandissima soddisfazione”.

Dando uno sguardo al futuro, quali sono i prossimi impegni dei B.Wolves ?

L’idea è che da settembre i B.Wolves siano composti da atleti Under 20, partendo dagli attuali componenti e dai ragazzi che hanno svolto il corso estivo e coloro che vorranno successivamente aggiungersi. Con questa squadra la nostra speranza non è solo quella di partecipare ai tornei, ma anche di prendere parte al campionato. Per quanto riguarda i ragazzi richiedenti asilo politico, sarebbe bello includerli in squadra, nonostante ciò esistono diversi problemi burocratici ed economici che ci piacerebbe risolvere con l’aiuto delle istituzioni. Sempre a settembre come B.Wolves organizzeremo un corso rivolto a ragazzi Under 20, mentre come ogni anno l’Ultimate Bergamo a settembre organizzerà un corso per principianti finalizzato alla conoscenza dello sport e all’ingresso in squadra. Per chiunque volesse avere ulteriori informazioni, può contattarci attraverso le pagine Facebook e Instagram di Ultimate Bergamo”.

Le immagini dei B. Wolves in azione sono state scattate da Ludovica Belotti di Edone’

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