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Il caso

Bufera su gestione fondi in Finlombarda, Carretta: “Lottiamo per la trasparenza”

Il consigliere bergamasco, relatore in commissione antimafia, commenta l'audit commissionato dal Pirellone sulla finanziaria per lo sviluppo della Lombardia.

Finlombarda, la società finanziaria della Regione Lombardia e il suo braccio destro nella gestione e nell’attuazione dei progetti finanziari, gestisce quasi 850 milioni di euro all’anno, distaccati dal Pirellone.

Nonostante la quantità di denaro gestita, Finlombarda secondo la relazione annuale audit “non dispone di un sistema documentale affidabile. L’abilitazione indifferenziata di tutto il personale alla registrazione e alla modifica dei dati di protocollo e lo scarso grado di protezione delle registrazioni espongono la Società a rischi significativi di manipolazione delle proprie comunicazioni. Il sistema di archiviazione della Società non garantisce la conservazione dei documenti autentici e la corretta classificazione della corrispondenza”.

La società finanziaria non possiede un vero e proprio sistema di controllo della gestione del denaro derivato da fondi regionali e l’audit commissionato dal Pirellone, che annualmente fa una panoramica sull’amministrazione dei fondi destinati alle società della Regione in base alla loro ragione sociale, fa emergere una situazione alquanto allarmante.

Infatti, come riporta Business Insider Italia, Finlombarda avrebbe fatto investimenti non sicuri e sembrerebbe che abbia utilizzato gran parte del denaro proveniente dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per finanziare obbligazioni bancarie per una somma pari a 150 milioni di euro alla Banca Popolare di Vicenza e a Veneto Banca, soldi che invece erano stati stanziati allo scopo di finanziare l’innovazione e la ricerca e le piccole-medie imprese.

All’interno della relazione si sottolinea inoltre che “alcune delle scelte d’investimento effettuate, per volumi rilevanti, non risultano adeguatamente motivate a fronte dei rischi di controparte assunti. Tali operazioni di investimento, in bond e liquidità, in istituti bancari e/o aziende non rispondenti alle accezioni di ‘primaria banca’ e ‘grande gruppo quotato’, con riferimento al mercato italiano presentano il rischio di esposizione a perdite patrimoniali, non conformi ai principi posti dalla convenzione in vigore”.

Così i magistrati della Procura di Milano hanno chiuso le indagini a giugno con 60 persone e 15 aziende indagate.

A riguardo Niccolò Carretta, relatore in commissione antimafia, afferma: “La commissione antimafia ne dovrà discutere e mi auguro che con questa nuova legislatura ci sia una lotta per la trasparenza della galassia delle società regionali. La relazione è un campanello d’allarme forte e con il nuovo organismo di controllo anticorruzione Orac approvato recentemente dal consiglio regionale, sostituendo quello precedente (arac) della giunta Maroni, la maggioranza sicuramente ha in mente un cambio di rotta e da parte mia l’attenzione su questo tema sarà massima”.

Regione Lombardia, intanto, ha voluto replicare alle rivelazioni di Business Insider Italia, con alcune precisazioni: “L’audit disposto nel 2017 nei confronti di Finlombarda spa – spiega il Pirellone – non ha svelato alcuna ‘speculazione senza controllo con i soldi del Pirellone e dell’Europa’. L’affermazione secondo cui Finlombarda ‘finanzia investimenti senza limiti di rischio’ è totalmente infondata e non corrispondente a quanto rilevato dall’audit”.

In merito al denaro proveniente dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, inoltre, “si rileva che le risorse sono state impiegate coerentemente agli scopi cui erano destinate. Come previsto negli incarichi regionali a Finlombarda e contemplato dalla disciplina UE, nel tempo occorrente ad erogare le risorse ai beneficiari, le disponibilità finanziarie sono state temporaneamente investite e i relativi proventi destinati ad incremento dei fondi UE”.

E infine: “Nel recente avviso di conclusione delle indagini emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano non figura alcun dipendente di Finlombarda. Per le ipotesi di reato formulate nei confronti di un ex componente del Cda, alcuna responsabilità viene attribuita a dipendenti della Società che anzi risulta persona offesa”.

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