• Abbonati
L'indagine

Meccatronica bergamasca in positivo: crescono produzione ed export

La 147esima indagine congiunturale di Federmeccanica mette in luce l'importanza del settore, anche se le previsioni per ordini e produzione sono all'insegna di un rallentamento.

La metalmeccanica-meccatronica si conferma l’asse portante industriale del Paese: è quanto emerge dalla presentazione trimestrale dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica, giunta alla sua 147esima edizione, un appuntamento che vede protagonisti anche i territori in un evento corale per far conoscere il peso, l’andamento e le iniziative del settore.

I dati elaborati dal Centro studi di Federmeccanica vedono il proseguimento di una fase moderatamente espansiva, ma le previsioni per ordini e produzione sono all’insegna di un rallentamento.

Nel periodo gennaio-giugno 2018 le esportazioni, pari a circa 113 miliardi di euro, sono mediamente aumentate del 3,8% a fronte di un incremento del 5,0% delle importazioni. Il conseguente saldo positivo di 25 miliardi di euro è risultato uguale a quello realizzato nello stesso periodo del 2017. All’export metalmeccanico hanno contribuito principalmente i flussi diretti verso i paesi dell’Unione europea (+7,3%) che hanno più che compensato la flessione registrata verso i mercati extracomunitari (-0,6%).

Per quanto riguarda il fattore lavoro, il ricorso all’istituto della Cassa Integrazione Guadagni in questi primi sei mesi si è ridotto del 48,1% rispetto al 2017 e la dinamica occupazionale nelle imprese metalmeccaniche con oltre 500 addetti si conferma moderatamente positiva (+0,8%). Nelle previsioni a breve dell’indagine, i livelli occupazionali dovrebbero rimanere positivi ma in misura più contenuta rispetto al passato. Sono risultate pari al 48% le imprese che hanno dichiarato di avere difficoltà a reperire manodopera specializzata sul mercato del lavoro ed è stato inoltre evidenziato che la carenza ha riguardato, in ugual misura, le figure professionali con elevato contenuto tecnologico e quelle con competenze di tipo tradizionale.

In questo contesto i segnali bergamaschi già emersi nella congiuntura trimestrale locale continuano ad essere positivi: gli indicatori della produzione industriale nei settori siderurgico e meccanico hanno fatto registrare, nel secondo trimestre, valori tendenziali significativamente positivi e in aumento: rispettivamente 3,6% e 8,0%. Il trend è in linea con i dati della Lombardia, dove l’indice complessivo si è posizionato a 145,3 per la siderurgia e 126,8 per la meccanica, livelli senz’altro superiori rispetto all’anno base (2010 = 100). L’export è coerente con il dato produttivo: il primo semestre ha chiuso con +9,4% sullo stesso periodo dell’anno precedente, e con valori positivi per tutti i comparti (metalli e prodotti in metallo +18%; elettronica +10,0%; macchinari 8,4%; mezzi di trasporto +9,3%) ad eccezione degli apparecchi elettrici (-2,7%).

Per quanto riguarda il campione delle aziende rispondenti all’indagine Federmeccanica, il gruppo delle bergamasche segnala una produzione in crescita nel 35% dei casi con un saldo netto del 20% rispetto ai casi negativi. Sembra tuttavia emergere un dato di assestamento e di stazionarietà per i mesi successivi, sia per quanto riguarda il portafoglio ordini (la differenza tra aumenti e diminuzioni è del 2%) che per quanto riguarda le prospettive di produzione (stabili per il 60% delle aziende, e con un saldo negativo di -4% nella differenza tra aumenti e diminuzioni). Si continua però a segnalare difficoltà nel reperimento del personale (62%), contro il 48% del livello nazionale e il 50,1% del nord-ovest.

La presentazione della congiuntura è stata anche l’occasione per presentare il manifesto “Più Impresa! Aumentare la forza delle Imprese per dare forza al Paese” in cui viene sottolineata l’importanza di politiche industriali e politiche formative per aumentare l’occupazione riassunte in cinque punti tutti all’insegna del segno +: più Metalmeccanica, Istruzione e Formazione, Flessibilità, Innovazione, Competitività.

“Un focus particolare – rimarca Giorgio Donadoni, presidente del Gruppo Meccatronici di Confindustria Bergamo – va dato alla formazione e alla componente femminile, ancora poco presente, soprattutto in produzione. Ci sono molti stereotipi sulle nostre aziende, ancora oggi considerate ambienti adatti solo agli uomini. Niente di più falso: è un nostro impegno sfatare questi luoghi comuni e favorire le scelte delle giovani verso le discipline tecnico-scientifiche, che, dati alla mano, sono quelle in grado di garantire loro un miglior futuro, nelle nostre aziende, ma non solo, permettendo anche di sviluppare creatività e inventiva. Federmeccanica ha anche promosso il progetto Fabbrica4D che oggi collega quasi 800 donne in tutta Italia tra studentesse, lavoratrici manager e imprenditrici unite per creare una rete tra chi è in azienda e chi studia e diffondere modelli di successo. Stiamo inoltre lavorando da anni sulla formazione a tutti i livelli: Il concorso Eureka per le scuole elementari, lanciato da Federmeccanica e seguito con grande impegno a livello locale, è importantissimo perché stimola il talento dei più piccoli facendo emergere valori e attitudini come lo spirito di squadra, la creatività, il saper fare. Sempre Federmeccanica ha promosso il progetto pilota di alternanza scuola-lavoro Traineeship, che ha coinvolto anche istituti tecnici e aziende del territorio, per far emergere l’alternanza di qualità basata sulla collaborazione tra scuola e impresa”.

“Con Più Impresa! – ha commentato Stefano Franchi, Direttore Generale di Federmeccanica – si afferma la centralità del manifatturiero ed in particolare della metalmeccanica. È necessario che le istituzioni nazionali operino in maniera coordinata per sostenere gli investimenti in tecnologia e innovazione, creare sistemi educativi che consentano di rispondere ai fabbisogni delle imprese di oggi e di domani, avere un mercato del lavoro flessibile, per consentire alle aziende di adattarsi ai cambiamenti, e inclusivo (che rafforzi le tutele sociali con politiche attive basate sull’apprendimento permanente). La flessibilità per l’Industria metalmeccanica non è precarietà. Il 96% dei lavoratori metalmeccanici sono a tempo indeterminato. È necessario anche ridurre il costo del lavoro e aumentare la produttività. Incentivare ogni forma di collegamento tra salari e produttività; abbattere la burocrazia che secondo il World Economic Forum è al primo posto tra i fattori problematici per fare Impresa in Italia”.

“C’è disomogeneità delle previsioni per gli ordini e la produzione – ha dichiarato Fabio Astori, Vice Presidente di Federmeccanica commentando i dati congiunturali – che, in alcuni comparti e per alcune aziende operanti in mercati particolarmente sotto stress, manifestano un peggioramento. Sulle prospettive a breve pesano inoltre le incognite relative alle dinamiche geo politiche internazionali che generano un clima di incertezza (dazi e possibili inasprimenti delle guerre commerciali, Brexit, Medio Oriente e Iran). Solo se si punta di “più” sulle Imprese ci può essere “più” lavoro. Questa è l’unica equazione possibile. Senza Imprese infatti non c’è, e non ci può essere lavoro, benessere e sviluppo”.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI