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La nostra playlist

I gruppi musicali sconosciuti fino a poco tempo fa e che ora i giovani amano

Per chi ha conosciuto questa musica nel suo ultimo stato (ultimo perché presente) ho stilato una playlist con le “vecchie” canzoni degli artisti che risultano apparentemente nuovi ma che sono sul campo da un po' (non tutti)

Circa tre anni fa mi veniva detto “Ma che roba è?” “Inizia ad ascoltare musica seria!” “Ma non senti che sono stonati?!”.
Ora gli artisti di quella “roba per nulla seria” passano in radio anche se con canzoni nuove.
Quelli che allora erano stonati, lo sono rimasti, ma si sono classificati secondi a Sanremo.

“Ma è una band?” “Ma chi è Alfonso?” dicevano e ora gridano al proprio fidanzato “sei un pezzo di me” e sono ormai immersi nel “caos di stanze stupefacenti”.
“Ma parli di Maria Teresa?” “Ascolta canzoni meno tristi.” ripetevano. Adesso appena si dice un “ue” casuale rispondono con “d3FiCi3nT3” e hanno reso la tachipirina una cosa alla moda.
E poi ancora: “Guarda che era uno scultore non una band!” “E’ il nome italianizzato di un gruppo di giornalisti internazionali?” “Ma intendi il gelato?” e adesso invece cantano a squarciagola le loro canzoni.

A voi il gioco di indovinare di chi sto parlando. Le soluzioni seguono.

Per chi ha conosciuto questa musica nel suo ultimo stato (ultimo perché presente) ho stilato una playlist con le “vecchie” canzoni degli artisti che risultano apparentemente nuovi ma che sono sul campo da un po’ (non tutti).

Lo Stato Sociale ci ha già pensato da solo ed infatti nel febbraio 2018 ha raccolto 13 delle sue vecchie glorie in un solo album “primati” al quale però avrei aggiunto quattro brani: noi veterani abbiamo avuto tutti il nostro momento “spesso il male di vivere ho incontrato, l’ho salutato e me ne sono andato” e non vederlo tra i primati mi ha turbato; gli altri tre sono a effetto sorpresa nella playlist.

Ultimamente in radio sento molto anche il pisano Motta: non soffermatevi su “vivere e morire” scavate nel passato, non troppo remoto, che ne vale la pena.

I “The Giornalisti” invece li sento e vedo ovunque. Avevo iniziato ad ascoltarli ai tempi del loro album “Fuoricampo”. C’è differenza tra sentire e ascoltare. Loro vi propongo solo due grandi perle.

Ho iniziato ad amare Levante che forse si chiamava ancora Claudia, dicasi “da tanto”. Nell’ombra e poi alla luce ha sempre seguito la sua strada e ogni cambiamento è stato naturale. Vi propongo il suo 2014 e 2015 e un dolcissimo duetto con la madre.

Per chi invece ha pensato di lasciare il proprio partner con una frase molto delicata come “ Mi dispiace ma non mi ricordi più il mare, se penso a te ora vedo un centro commerciale.” , abbreviato “nmrpm”, consiglio “Greta”: con Gazzelle non si riesce a scavare molto a fondo.

Dulcis in fundo, si termina con dei VERI evergreen di Calcutta e non sto parlando del suo 2018.

Buon ascolto e benvenuti, anche se in ritardo, nelle mie orecchie!

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