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A londra

La lettera che costò a Galileo l’accusa di eresia trovata da uno storico bergamasco

Gli storici la consideravano svanita, era invece nel catalogo di una biblioteca. Merito di un giovane ricercatore, Salvatore Ricciardo

Per oltre due secoli è rimasta in uno scaffale polveroso di una biblioteca di Londra. Stiamo parlando della lettera perduta in cui Galileo Galilei sviluppò le sue tesi contro l'idea, sostenuta dalla Chiesa, che fosse il Sole a ruotare intorno alla Terra. In possesso della Royal Society da almeno 250 anni, ma sfuggita all'attenzione degli storici, è stata rintracciata e scoperta da un giovane ricercatore dell'Università di Bergamo: Salvatore Ricciardo.

Insieme al suo supervisore Franco Giudice e allo storico Michele Camerota dell'università di Cagliari, Ricciardo ha verificato l'originalità della lettera confrontando singole parole con altre simili scritte da Galileo nello stesso periodo. Casualmente, sfogliando il catalogo online, ha fatto la scoperta.

In sette pagine scritte il 21 dicembre 1613 Galileo, che si firma con le sue iniziali G.G., esponeva a un amico la sua teoria sul movimento della Terra intorno al Sole.  Grazie al ricercatore bergamasco, quindi, si aggiungono nuovi dettagli alla vicenda di Galilei e alla successiva condanna per eresia del 1633.

La lettera è indirizzata all'amico Benedetto Castelli, matematico dell'Università di Pisa, e porta la data del 21 dicembre 1613. Nella missiva, per la prima volta, l'astronomo rimarcava la distanza tra la ricerca e la dottrina teologica. Ma la lettera inedita costituisce di fatto la prova di come, all'inizio dei contrasti con le autorità religiose, Galileo abbia cercato di spiegare le sue posizioni e spegnere le polemiche.

Ricciardo ha visitato la biblioteca della Royal il 2 agosto scorso per motivi personali. Casualmente, sfogliando il catalogo online, ha fatto la scoperta.

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