• Abbonati
La storia

Precipita e muore in montagna, dopo un anno il figlio completa la traversata: “Per te, papà” fotogallery

Matteo Luzzana, di Seriate, ha perso il padre in un tragico incidente sul Diavolino: "Ho finito ciò che aveva cominciato, mi sono preso la rivincita per lui"

Ci sono salite che mettono a dura prova il fisico e la mente. Ma quando a spingerci verso il traguardo c’è una grande forza interiore, allora la vetta non è mai troppo lontana.

Lo sa bene Matteo Luzzana, 29enne di Seriate: viso da bravo ragazzo, ma con una tempra d’acciaio. Il 26 luglio 2017 ha perso il papà in un tragico incidente in montagna. Roberto Luzzana, 58 anni, era in arrampicata libera con alcuni amici a 2.700 metri, sulla cresta tra il passo Valsecca e il Diavolino, quando qualcosa è andato storto: a pochi passi dalla cima l’esperto escursionista è precipitato nel vuoto.

Il dolore per la scomparsa del padre è grande, come grandi sono la forza e il coraggio di Matteo, che ad un anno e pochi mesi di distanza (il 10 settembre) ha voluto omaggiarlo portando a termine quel percorso soltanto sfiorato.

“Nel poco tempo libero ho lavorato molto su me stesso e sulla concentrazione – spiega il giovane, nella vita educatore per una cooperativa di Boccaleone e barista -. Volevo assolutamente finire ciò che papà aveva cominciato”. La stessa traversata padre e figlio l’avevamo portata a termine insieme nell’agosto 2004.

Un desiderio che sogna di realizzare e non rivela a nessuno, se non al fratello maggiore Andrea e a un amico fidato che lo accompagna durante il tragitto. Si chiama Roberto, “Roby” per gli amici, come il papà. “Ho impiegato otto ore e un quarto, ma alla fine ce l’ho fatta da solo – racconta con un filo di emozione Matteo -. Mio padre era caduto a trenta metri dalla vetta. Quando ho raggiunto quel punto continuavo a guardare l’altimetro per capire quanto mancasse”.

Mancava poco, perché la croce che svetta sul Diavolino era lì ad attenderlo. Dopo tanti sforzi, può finalmente guardare la montagna dall’alto verso il basso: “È stata un’emozione che non dimenticherò, un momento che aspettavo da tempo”, confessa Matteo.

Guadagnata la cima, stringe tra le mani una fotografia del papà e intona una canzone: ‘Solo la vita’, un brano di chiesa. “Sono stonato – ammette – ma da lassù nessuno poteva sentirmi e ho cantato”.

Il 28 luglio, sempre in onore del padre, ha portato a termine la Gran Trail Orobie, un percorso di 70 chilometri tra le valli Brembana e Seriana per la quale si è allenato otto mesi: “Ho tagliato il traguardo alle 2,45 del mattino e ho urlato ‘papà’ – ricorda orgoglioso Matteo -. Sentivo dei crampi terribili ma non ho mai pensato di mollare, la motivazione era troppo grande”. Un’altra prova di riconoscenza nei confronti di un genitore che gli ha trasmesso la passione per la montagna e tutto ciò che questa comporta: fatica, sudore, impegno e determinazione.

Lo scorso dicembre la sua famiglia ha ricevuto il “Premio Bontà”: una targa alla memoria di Roberto Luzzana consegnata durante la cerimonia al cineteatro Gavezzeni di Seriate: “Per la sua generosità silenziosa e sensibilità verso l’etica e il sociale”, si legge nella pergamena. Qualità che il figlio non ha certo dimenticato.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI