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Martedì sera

Levate, giovane scippata sul treno da due uomini: “Sono ancora terrorizzata”

La vittima è una trentenne romana. Dopo lo scippo i due hanno azionato il freno di emergenza e sono fuggiti tra i campi della Bassa

Stava messaggiando con un’amica, quando è stata avvicinata da un uomo che le ha strappato il telefono dalle mani. Il malvivente è poi scappato di corsa, ha raggiunto un complice, il quale a sua volta ha azionato la leva di emergenza per l’arresto del treno e l’apertura delle porte: i due sono scesi e si sono dileguati.

Attimi di terrore nella serata di serata di martedì undici settembre per una ragazza di Roma, Aurora Basilidi, 30 anni, tra i passeggeri del convoglio che alle 21.21 è partito dalla stazione Centrale di Milano e diretto a Bergamo.

La giovane, in questi giorni è a Bergamo per motivi di lavoro, è seduta al suo posto e sta comunicando tramite messaggio con un’amica. Sono circa le 22.30. Il convoglio è all’altezza di Levate. All’improvviso un uomo di colore le si avvicina e le ruba il cellulare, uno Huawei Nova del valore di 300 euro circa. Aurora non sa cosa fare. È terrorizzata. Rimane immobile. Vicino a lei non c’è nessuno. Per fortuna il ladro non va oltre e dopo lo scippo scappa subito. Tutto avviene in una manciata di secondi.

L’uomo raggiunge un complice, anch’esso di colore, che aziona il freno di emergenza. I due scendono dal treno e fuggono tra i campi della Bassa. Tre viaggatori, tra i quali Marco Pirovano del PolentOne e due ragazzi nigeriani, cercano di raggiungerli. Ma anche grazie al buio i malviventi riescono a far perdere le proprie tracce.

Il treno rimane fermo una ventina di minuti. Nel frattempo arrivano i carabinieri che raccolgono la testimonianza della vittima e avviano le indagini per risalire ai responsabili. Con la stessa tecnica, altri colpi simili sono stati messi a segno nelle settimane scorse sui convogli lombardi. Non è escluso che gli autori siano gli stessi.

“Sono ancora scossa per quello che è accaduto – racconta Aurora il giorno seguente – . Ci tenevo molto al mio telefono, anche perché avevo tutti i contatti in memoria. Ma soprattutto mi è andata bene che non sia successo altro. Ringrazio i passeggeri intervenuti, Marco e gli altri che hanno cercato di raggiungerli e poi mi sono stati vicini per sostenermi. Ho vissuto una brutta esperienza che non auguro a nessuno”.

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