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Vita parrocchiale

Arriva il nuovo parroco: Cenate Sotto saluta don Andrea Mangili e don Enrico d’Ambrosio

Ora i due religiosi sono destinati ad altri incarichi: per ringraziarli di quanto fatto l'amministrazione comunale ha pubblicato un numero speciale del notiziario "Gente in Comune" in cui dà anche il benvenuto al nuovo parroco, don Giacomo Invernizzi.

Due parrocchie, un solo Comune. Sinora a Cenate Sotto sono state presenti due realtà parrocchiali: San Martino esiste dal basso medioevo (sec. XIII), mentre la frazione di San Rocco è parrocchia dal 10 luglio 1924. Ora, dal 7 settembre, il parroco è il medesimo per entrambe.

Dal 14 settembre 2013 al 6 settembre 2018 don Andrea Mangili ha svolto l’incarico di amministratore parrocchiale di San Rocco e dall’11 novembre 2007 al 6 settembre 2018 don Enrico d’Ambrosio è stato parroco a San Martino. Ora i due religiosi sono destinati ad altri incarichi: per ringraziarli per aver svolto il proprio ministero a beneficio della comunità civile ed esprimere riconoscenza e gratitudine per quanto fatto in questi anni, l’amministrazione comunale ha pubblicato un numero speciale del notiziario “Gente in Comune” intitolato “Grazie!”.
In totale, sono state distribuite 1.600 copie raggiungendo tutte le famiglie.

Il sindaco, Giosuè Berbenni evidenzia: “Dopo questi anni passati con don Andrea e don Enrico, possiamo dire che il prete non è solo la presenza sacerdotale, ma un solido riferimento per la formazione umana e per la crescita delle coscienze, a beneficio dell’intera comunità civile. In questo tempo, sono nati dei sentimenti, delle passioni per un grande e condiviso desiderio: camminare insieme verso la realizzazione di una comunità fatta non solo di cose, ma di valori spirituali, di coscienze consapevoli, libere ed efficaci, alla luce del Vangelo, sui cui insegnamenti sono radicati i fondamenti della nostra Costituzione Repubblicana. Dunque: equità, carità, rispetto del prossimo e dell’ambiente sono alcuni temi approfonditi insieme. Ben sappiamo che per raggiungere tutto questo ci vogliono tante energie, quali: tempo, fiducia, speranza, intelligenza, pazienza, volontà, capacità, disponibilità e altro. Tali energie generano i valori civici che tengono uniti i cittadini, valori che vanno sempre tenuti vivi, altrimenti muoiono. Sono semi che fioriscono in tempi diversi. Ci vuole il giusto tempo. Ma siamo sicuri che il terreno preparato è stato lavorato bene. Spetta a noi cenatesi nutrire e lavorare questi germogli, pensiamo ai nostri ragazzi. Don Andrea e don Enrico lo hanno indicato e vissuto con sentimento e passione. Hanno trasmesso il desiderio di Dio, valorizzando la nostra convivenza civile in un bel paese, quale è Cenate Sotto. Pertanto, la nostra gratitudine è dovuta: per l’educazione e la formazione delle coscienze, il cui beneficio è fondamentale nel nostro vivere sociale; per il bene insegnato e realizzato, prezioso nella crescita civile; per essere stati artefici d’iniziative ‒ oltre che pastorali ‒ di convivenza, di solidarietà e di concordia, il cui effetto è di grande aiuto nella cittadinanza”.

Nel salutare don Mangili e don d’Ambrosio, la comunità dà il benvenuto al nuovo parroco. Il sindaco Berbenni conclude: “Con questo numero unico, Cenate Sotto non solo manifesta profondi sentimenti di affetto e gratitudine ‒ tante cose non scritte rimangono nel cuore ‒ ma riflette sul proprio futuro. È l’occasione per dare il benvenuto a don Giacomo Invernizzi, unico parroco, a continuare l’opera saggia e profonda intrapresa. A nome dell’amministrazione comunale ho l’onore di manifestare la generale gratitudine a don Andrea e don Enrico, per il cammino percorso insieme e per la abbondante semina di valori effettuata a beneficio della nostra cittadinanza. A noi spetta di farne tesoro e di coltivarne la crescita, con la gioia e la determinazione che sempre ci contraddistinguono”.

Chiesa di San Rocco a Cenate Sotto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Grato per l’affetto ricevuto dalla cittadinanza in tutti questi anni, don Andrea Mangili afferma: “Ringrazio per l’accoglienza e la stima mostratami, per l’affetto e la collaborazione di una comunità che pur se piccola ha un cuore grande. Per la partecipazione: specie alle liturgie domenicali. Non si direbbe che la parrocchia è così piccola. Per la generosità e l’attaccamento alla comunità; segni evidenti sono la partecipazione alle pur poche attività extra liturgiche, alla disponibilità alle novità che ho proposto, alla realizzazione della San Rock fest, alla generosità che si è tramutata anche in risorse economiche che la gente non ha fatto mancare alla comunità di San Rocco. Un ringraziamento doveroso va a chi partecipa alla vita della comunità in maniera attiva, con un ruolo e un impegno e non sta solo alla finestra a guardare o a limitarsi a partecipare alle funzioni religiose. Grazie quindi a tutti coloro che in modi e tempi diversi si sono spesi in questi anni, dentro la parrocchia di San Rocco. Le persone non sono poche e grazie a loro ci siamo concessi iniziative e momenti vissuti, si spera, con la massima intensità. Un grazie alla comunità civile, ai sindaci che ho conosciuto e a tutti coloro che nell’amministrazione lavorano: ho sempre trovato il desiderio di tenere presente San Rocco”.

chiesa di San Martino a Cenate Sotto

Anche don Enrico d’Ambrosio ringrazia per il cammino percorso insieme: “Mi commuove il pensiero di ricevere quotidianamente molto più di quanto so dare. E mi sorprende ogni volta come in questi dieci anni la comunità abbia restituito, moltiplicato, ciò che, anche e non solo da me, ha ricevuto. Di quanto insieme si è vissuto, fatto e detto, di quanto si è intrapreso e rimane incompiuto, lascio a voi cogliere cosa sia venuto alla luce di quella promessa che ci è stata data come grazia fin dall’inizio; quanto il Signore Gesù abbia aperto per noi “la porta della fede” e ci abbia mostrato tutta la sua umanità. La sua fiducia incrollabile nell’uomo, la sua fede risorgente nell’uomo, ci incoraggia a restare umani, a volerci bene come fratelli, a sentirci uniti nella carità a tutti gli uomini, quali figli dell’Unico Dio, Padre, Madre e Figlio”.

Domenico Bosatelli, patron di Gewiss, saluta don Enrico scrivendo: “Come un fulmine a ciel sereno mi è giunta inaspettata la notizia del trasferimento del nostro stimato don Enrico, chiamato dai suoi Superiori ad un nuovo e impegnativo compito pastorale alla parrocchia di Campagnola. Forse ce lo aspettavamo perchè conoscendo bene la sua determinazione e le sue capacità era evidente che prima o poi sarebbe stato invitato ad occuparsi di ulteriori importanti altri compiti nell’ambito del suo ministero. È sempre spiacevole dover salutare un parroco che dopo tanti anni e tanto lavoro svolto insieme saluta la nostra comunità per dedicarsi ad una nuova realtà che ha bisogno di lui. Facendo un bilancio posso dire che con don Enrico abbiamo portato a termine con successo il progetto di restauro completo della nostra chiesa, il comitato appositamente costituito ha avuto in lui un valido ispiratore e collaboratore per riportarla agli antichi splendori. Il lavoro iniziato con zelo dal compianto don Amadio ha quindi potuto essere completato con la collaborazione di tutta la comunità che don Enrico puntualmente ha mantenuto informata sull’avanzamento dei lavori e sulle necessità economiche e di prestazione d’opera che via via erano necessarie. Ma un plauso particolare voglio farlo al parroco, al nostro pastore, che in questi anni ha sostenuto chi era nella necessità, ha ospitato e aiutato i migranti, ha consolato gli afflitti, ha svolto i suoi compiti ecclesiastici con grande competenza e dimostrando a tutti noi nelle sue omelie quanto fosse alta la sua preparazione teologica e la sua cultura”.

don Giacomo Invernizzi

Nel salutare i parrocchiani, il nuovo parroco don Giacomo Invernizzi dichiara: “Desidero che grazie sia la mia prima parola. Perché questa è la parola che mi permette di riconoscere (intuire) legami non ancora conosciuti, ma profondamente presenti a Cenate Sotto. Legami che sanno di vita, che sanno di forza, ma anche di fragilità, che sanno di chiesa, che sanno di terra, che sanno di mistero, che sanno di Cristo. Il ‘grazie’ mi concede di raccogliere con profondo rispetto una storia che mi precede, che ora mi accoglie e che raccoglie e rilancia la mia vita e i suoi percorsi grazie a ciò che don Enrico e don Andrea hanno seminato e tracciato in questi anni tra voi e insieme a voi. E so che la vita tra voi mi costringerà, sanamente, a non rifugiarmi nei miei schemi e a non fidarmi delle due cose che mi sembra di conoscere di Gesù Cristo, bensì a leggerlo, rileggerlo e amarlo in questo nuovo pezzo di storia fatto di un’umanità a me ancora sconosciuta, ma conosciuta e amata da Dio”.

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